Entro il 2050 almeno l'80% della
produzione elettrica dei Paesi G20 proverrà da fonti non
fossili. Ma l'aumento dei costi e la dipendenza da un ristretto
gruppo di fornitori di materie prime critiche pongono nuove
sfide. E' quanto si legge in uno studio elaborato da ISPI e
Deloitte su come conciliare gli obiettivi di sostenibilità e le
esigenze di sicurezza energetica, rese ancora più ineludibili
dalle tensioni geopolitiche e commerciali.
I dati raccolti mettono in evidenza che la transizione verso
un'economia verde è fondamentale per mitigare gli effetti del
cambiamento climatico. Le emissioni di CO₂ legate all'energia
hanno raggiunto il livello record di 37,7 gigatonnellate (Gt).
Il settore elettrico è responsabile per il 36% delle emissioni,
seguito dall'industria (26,5%), dai trasporti (21,2%) e
dall'edilizia (7,9%). Le stime indicano che entro il 2050 il
cambiamento climatico potrebbe provocare circa 14,5 milioni di
morti, perdite economiche per 12,5 mila miliardi di dollari e
fino a 1,1 mila miliardi di spese sanitarie extra.
Di fronte a questa urgenza i Paesi devono però fare i conti con
le tensioni geopolitiche che hanno minato la stabilità dei
mercati energetici globali. La pandemia di COVID-19, l'invasione
dell'Ucraina da parte della Russia e i conflitti in Medio
Oriente hanno portato a una ridefinizione delle catene di
approvvigionamento e un altro elemento di destabilizzazione
verso la transizione energetica è rappresentato dall'elevata
concentrazione geografica di minerali critici.
"Riuscire a bilanciare la spinta verso la decarbonizzazione con
la necessità di garantire approvvigionamenti energetici stabili,
prezzi sostenibili e filiere industriali resilienti" ha
commentato Andrea Poggi, Head of DCM Public Policy & Stakeholder
Relations Centre e DCM Innovation Leader "rappresenta oggi una
delle principali sfide strategiche per le economie avanzate,
chiamate a guidare una transizione sostenibile anche sotto il
profilo economico e geopolitico."
"La transizione energetica non per forza incide negativamente
sulla sicurezza energetica, e viceversa" - segnala Antonio
Villafranca, Vice Presidente ISPI per la Ricerca. "Tuttavia,
sono necessarie nuove politiche e risorse finanziarie per
affrontare l'impatto a breve termine su imprese e famiglie".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA