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In Italia l'energia elettrica è la più cara d'Europa

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In Italia l'energia elettrica è la più cara d'Europa

Rome Business School, 'rallenta riduzione emissioni gas serra'

ROMA, 14 maggio 2025, 13:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nei primi quattro mesi del 2025 il prezzo dell'elettricità in Italia ha toccato i 136,2 euro/MWh, il valore più alto tra i grandi Paesi Ue, superando di molto Germania (112,5 euro/MWh), Francia (94,5 euro/MWh) e Spagna (80,9 euro/MWh). Di fatto, il divario tra i prezzi dell'elettricità in Italia e Spagna è del 68% a danno del nostro Paese. Il prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso dipende, per sua natura, dal prezzo della fonte marginale utilizzata nella generazione di elettricità, che nel caso italiano risulta spesso essere rappresentata dal gas naturale. Nel mix italiano di energia primaria tra il 2021 e il 2023 l'utilizzo di gas naturale si è ridotto in misura elevata (-5,1 p.p.), compensato da un lato da un ridotto aumento della copertura delle rinnovabili (+0,9%), che hanno raggiunto il 20,5% del mix energetico (best in class tra le potenze europee), dall'altro da un incremento del petrolio di 3,6 p.p, segno di una transizione ancora incompleta. Queste tra le conclusioni del report "Energia e Transizione in Italia e in Europa" di Rome Business School, a cura di Francesco Baldi, docente dell'International Master in Finance di Rome Business School, Massimiliano Parco, economista, Centro Europa Ricerche e Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca Divulgativo di Rome Business School.
    Questi elementi, letti in parallelo, suggeriscono che l'obiettivo di ridurre le emissioni non può basarsi unicamente sull'aumento della quota di energia pulita, ma deve passare necessariamente anche per una diminuzione assoluta dei volumi energetici utilizzati, a parità di Pil. È in questa direzione che si gioca la sfida della transizione: non solo sostituire fonti, ma anche ripensare la scala dei consumi. "Ridurre la domanda, attraverso misure di efficienza, riorganizzazione dei processi produttivi e cambiamenti nei comportamenti individuali, è la via congiunta per abbattere in modo strutturale le emissioni climalteranti. Solo così sarà possibile diminuire la dipendenza dai combustibili fossili e raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica al 2050", afferma Massimiliano Parco.
   
   

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