"Il territorio dell'Italia, per le
sue caratteristiche morfologiche, litologiche e idrografiche è
naturalmente predisposto a fenomeni franosi e alluvionali",
essendo il nostro pure "un paese fortemente antropizzato con
quasi 8.000 comuni, 59.459 nuclei urbani, una rete autostradale
di 6.487 km, una ferroviaria di circa 16.000 km, una rete
stradale principale di circa 360.000 km e una densità di
popolazione di circa 200 abitanti/km", e "negli ultimi 25 anni,
per affrontare il problema del dissesto idrogeologico sono stati
spesi quasi 20 miliardi di euro, per un totale di 25.539
interventi", non sufficienti, però. Parte da queste premesse la
seconda Giornata nazionale della prevenzione e mitigazione del
rischio idrogeologico, l'evento organizzato dai Consigli
nazionali degli ingegneri e dei geologi, presieduti da Angelo
Domenico Perrini e da Arcangelo Francesco Violo, e dalla
Fondazione Inarcassa (l'organismo attivo sui temi della
professione che rappresenta gli architetti e gli ingegneri
liberi professionisti iscritti alla Cassa di previdenza delle
due categorie, Inarcassa) guidata da Andrea De Maio, che si
terrà il 14 maggio, a Roma, presso la Casa dell'Architettura (in
piazza Manfredo Fanti, 47). Si stima, recita una nota, che nella
Penisola vi sia, in realtà, "un fabbisogno minimo di altri 9,3
miliardi di euro per opere di prevenzione e mitigazione già in
fase istruttoria", un valore che "rappresenta le richieste di
finanziamento provenienti dagli Enti locali, registrate sulla
piattaforma Rendis, il Repertorio nazionale degli interventi per
la difesa del suolo", mentre, si sottolinea, "resta molto alto
il rischio alluvioni: secondo i dati Ispra sono 6,8 milioni gli
abitanti che risiedono in aree a rischio alluvionale medio e 2,4
milioni vivono in zone alluvionali ad alto rischio,
complessivamente il 15% della popolazione", e "gli edifici in
zone alluvionali ad alto e medio rischio sono 2,1 milioni, il
15% del totale", si legge.
Nella seconda Giornata nazionale della prevenzione e
mitigazione del rischio idrogeologico, indicano i promotori,
"particolare attenzione verrà prestata agli strumenti di
programmazione, a livello nazionale e locale, di opere per la
prevenzione e per la mitigazione del rischio idrogeologico oltre
che agli strumenti di 'governance' delle politiche di intervento
in questo ambito", termina la nota.
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