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ANSAcom - In collaborazione con Cybersec 2025
"Come operatori e agenti di difesa siamo abituati a distinguere tra pace, crisi e conflitto. Ciascuno di noi segue una logica e obiettivi diversi a seconda dello stato. Nel cyberspazio la differenza tra questi tre stati non esiste quindi dobbiamo equipaggiarci con nuovi processi, dottrine, ruoli e responsabilità per essere sicuri di poterlo gestire. Lo spazio cyber funziona sempre, le attività in tempi di pace non sono molte diverse da quelle che vedremmo in tempi di guerra. Siamo noi che dobbiamo adattarci a questa realtà". Così il deputy chief information officer for Cybersecurity della Nato, Mario Beccia, al CyberSec 2025, in corso a Roma. "Una delle immagini più sbagliate che vediamo nei film, è l'immagine dell'hacker con il cappuccio. È un'immagine fuorviante - ha aggiunto - Oggi gli attacchi non vengono da una persona ma da organizzazioni estremamente strutturate, centinaia di persone, processi strutturati dove team diversi si spartiscono compiti differenti per l'attacco dove la strategia viene studiata a tavolino". Beccia ha quindi sottolineato che la cybersicurezza "è uno sport di squadra, non la si può fare da soli. Le organizzazioni governative o le aziende private devono fare gruppo orizzontalmente o verticalmente in giro, è impossibile per un'organizzazione da sola resistere ad attacchi con questo livello di sofisticazione".
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