(di Rodolfo Calò)
IL CAIRO - Una sintesi delle posizioni del Cairo sulle riforme politiche, economiche e sociali, anche con esplicito riferimento alla difesa dei diritti umani, è stata fornita questa settimana dal ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, incontrando nella Nuova capitale amministrativa corrispondenti di media stranieri in Egitto.
"Desidero confermarvi che" l'Egitto è "pienamente impegnato nel perseguire il processo di riforma", ha premesso il ministro notando che tale impegno è "nell'interesse del popolo egiziano" e comprende "riforme politiche, economiche e sociali". Il presidente Abdel Fattah al-Sisi sta guidando "la modernizzazione del Paese", promuovendo simultaneamente "i diritti civili e la democratizzazione", ha sostenuto Abdelatty nell'incontro svoltosi lunedì 16 dicembre.
"Il governo è pienamente impegnato" ad ampliare lo spazio politico, a "potenziare donne e giovani" e a sostenere "l'opposizione politica", ha detto ancora il diplomatico ricordando che nel recente "dialogo nazionale" rappresentanti di vari settori hanno inviato "raccomandazioni al presidente" che ha garantito il proprio "impegno a implementarle".
Un elemento cruciale è "la nuova legislazione sul codice di procedura penale", che sostituirà quella del 1951: questa nuova legge bilancerà "i diritti e le responsabilità" di avvocati, giudici e imputati, ha affermato il ministro. Un'innovazione è l'introduzione di "un limite di tempo per la detenzione preventiva" e il diritto a "un risarcimento materiale e morale" per chi è stato detenuto senza base legale, ha sottolineato.
È fondamentale "promuovere i diritti umani e civili" attraverso la sensibilizzazione, ha detto Abdelatty segnalando che il governo lavora nelle "università e nelle scuole" per educare i cittadini sui loro "diritti e doveri". Inoltre, si sarebbero fatti progressi sui "diritti delle donne e sulla libertà religiosa", promuovendo il principio di "cittadinanza" per tutti gli egiziani, indipendentemente da "religione o etnia".
Un risultato significativo è la nomina del "primo giudice copto alla Corte Costituzionale Suprema", avvenuta per "meriti e non per affiliazione religiosa", ha ricordato Abdelatty riferendosi ai cristiani d'Egitto, Paese a stragrande maggioranza musulmano. Il presidente Sisi è stato "il primo presidente" egiziano a partecipare alle celebrazioni per il Natale copto creando ormai una tradizione.
Il governo è impegnato a "potenziare i giovani", considerando che in Egitto "il 65% della popolazione ha meno di 35 anni", ha detto il diplomatico aggiungendo che ciò è parte della "Strategia Nazionale per i Diritti Umani" su cui recentemente è stato pubblicato un "terzo rapporto".
Abdelatty ha sottolineato ai giornalisti che, per la prima volta, un "ministro degli Esteri guiderà la delegazione" egiziana che sarà a Ginevra per la Revisione Periodica Universale (Upr) della situazione dei diritti umani negli Stati membri dell'Onu. L'Egitto è pronto ad ascoltare "le raccomandazioni" e ad applicarne una "percentuale elevata" come già avvenuto in passato, ha preannunciato il ministro sostenendo che l'obiettivo del Cairo rimane "promuovere ulteriormente i diritti umani".
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