ROMA - Allo scadere della prima fase della tregua, Israele ha ricevuto tutti i 33 ostaggi, vivi e morti, che erano stati previsti per la prima parte dell'accordo con Hamas, entrato il vigore il 19 gennaio. Gli ultimi quattro la notte fra mercoledì e giovedì: Ohad Yahalomi, Tsachi Idan e Itzhak Elgarat uccisi durante la prigionia a Gaza e Shlomo Mantzur assassinato il 7 ottobre 2023. La restituzione è avvenuta senza i macabri show dei terroristi sulle bare, come aveva chiesto Benyamin Netanyahu per dare seguito all'ultimo scambio e liberare 643 detenuti palestinesi. Il premier ha quindi "dato ordine al team negoziale di partire per il Cairo per continuare i colloqui", ha fatto sapere l'ufficio del primo ministro a due giorni dalla fine della prima fase - sabato - senza tuttavia precisare se sia l'avvio di trattative per la fase due o per estendere l'attuale tregua.
Il ministro degli Esteri Gideon Sa'ar ieri ha spiegato che "la delegazione andrà al Cairo per capire se esiste un terreno comune su cui negoziare". "Abbiamo detto che siamo pronti ad estendere il quadro della fase uno in cambio del rilascio di altri ostaggi", ha aggiunto -. Se è possibile, lo faremo. Sarà meglio parlarne a lungo dopo il ritorno della delegazione dal Cairo". Secondo quanto riferito da Channel 12, la decisione di inviare i negoziatori è stata presa dopo due riunioni di Netanyahu con lo stesso Sa'ar, il ministro degli Affari strategici Ron Dermer, che ha recentemente assunto la guida del team negoziale, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, di estrema destra, e il presidente del partito ultraortodosso Shas, Aryeh Deri, con questi ultimi contrari a porre fine alla guerra.
L'intenzione del premier - spiegano i media israeliani - sarebbe infatti quella di estendere l'attuale cessate il fuoco oltre i 42 giorni previsti in cambio di altri ostaggi (almeno 23 sarebbero ancora vivi, sui 59 rimasti a Gaza), senza passare alla fase due che includerebbe il ritiro dell'Idf dalla Striscia. L'esercito israeliano, tuttavia, non si ritirerà nemmeno dal corridoio Filadelfia, la zona cuscinetto tra la Striscia di Gaza e l'Egitto - ha fatto filtrare il governo ai media -, nonostante sia previsto dall'intesa per il 50esimo giorno della tregua. Per Hamas è una "violazione dell'accordo", per Israele il confine con l'Egitto è la via di contrabbando della fazione islamica: "Non permetteremo agli assassini di Hamas di aggirarsi di nuovo per i nostri confini con pick-up e armi, e non permetteremo loro di riarmarsi", ha detto un funzionario.
Anche il ministro della Difesa Israel Katz ha spiegato che la prima fase della tregua "è completa" e che Israele "punta a riportare indietro tutti" gli ostaggi ancora a Gaza. "Il modo più efficace per garantire ciò - ha affermato - è che Hamas sappia che l'Idf è pronto a tornare in guerra". Katz, che immagina fattibile il piano di Donald Trump per la Striscia svuotata dai suoi abitanti, ha inoltre riferito di lavorare a un programma amministrativo per facilitare "i palestinesi che lo desiderano a lasciare Gaza attraverso il porto di Ashdod o l'aeroporto di Ramon", nel sud di Israele.
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