In Italia sono 6.979 i reati
accertati da giugno 2015 a dicembre 2024, da quando è stata
approvata la legge 68/2015 che ha introdotto i delitti
ambientali nel Codice penale e riformato, in maniera
significativa, il sistema sanzionatorio degli illeciti
amministrativi e penali previsti nel Testo unico ambientale
(D.Lgs 152/2006). Il 40,5% dei reati accertati "si concentra
nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania,
Puglia, Sicilia e Calabria". A scattare questa fotografia sono
Legambiente e Libera in vista della conferenza nazionale
ControEcomafie, organizzata a Roma per il 16 e 17 maggio al
Dipartimento di Giurisprudenza di RomaTre, in collaborazione con
la stessa Università e l'associazione "Casa Comune".
La Calabria, settima nella classifica assoluta, è al primo
posto, con 59 reati, per quanto riguarda la fattispecie più
grave, quella di disastro ambientale. In particolare, i
controlli effettuati sono stati 1.037 con 368 reati accertati.
Le persone denunciate sono state 772 e 80 quelle arrestate. I
sequestri effettuati sono stati 252 per un valore complessivo di
145.287.947 milioni di euro.
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