Sono stati accusati dagli
inquirenti di avere provocato "alterazioni irreversibili
dell'ecosistema marino e del sistema costiero, danni permanenti
dovuti all'escavazione ed all'asportazione di interi pezzi di
roccia frammentata, morte di milioni di organismi e
micro-organismi": dodici "datterai" sono stati condannati
giovedì scorso 27 ottobre dal Tribunale di Torre Annunziata
(Napoli) che, per gli imputati, ha disposto pene tra 6 e 3 anni
di reclusione.
Il gup Fernanda Iannone ha ritenuto sussistente il reato di
disastro ambientale. Lo scorso luglio il sostituto procuratore
Antonio Barba e il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli
avevano chiesto pene tra 12 e 4 anni.
La sentenza di primo grado giunge al termine di un processo
celebrato con il rito abbreviato e dopo la maxi inchiesta della
Procura e della Capitaneria di Porto. Contemplato dal giudice
anche il risarcimento delle parti civili. Le motivazioni della
sentenza saranno rese note entro 90 giorni.
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