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Premi: 'I Murazzi 2024' a Italo Abate per la saggistica inedita

Premi: 'I Murazzi 2024' a Italo Abate per la saggistica inedita

Con il libro 'Marmora. Storia e simbolismo nel mondo romano'

NAPOLI, 03 aprile 2024, 08:59

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

I marmi antichi, simbolo di lusso e potere, hanno interessato il mondo culturale con l'assegnazione a Torino del Premio di Saggistica Inedita "I Murazzi 2024" al campano Italo Abate per il testo "Marmora. Storia e simbolismo nel mondo romano". Il libro è una indagine sulle pietre italiche utilizzate in età regio-repubblicana nelle regioni dell'Italia augustea del 7 dopo Cristo e dei litotipi estratti dal II secolo avanti Cristo nelle province orientali dell'impero. I marmi sono stati studiati non solo in ragione della funzione artistica o architettonica ma anche per il ruolo di simbolismo, potere e comunicazione dell'ideologia imperiale.
    Collegata agli aspetti di carattere tecnico-petrografici dei marmi è presente per ogni regione estrattiva una narrazione storica che favorisce la lettura del territorio e della società del tempo, cui non manca la narrazione di fatti, disquisizioni ed episodi che si prestano ad essere trattati in sede filosofica o utili per capire condotte e tradizioni locali, di esercizio del potere o di etica.
    Il filone narrativo approfondisce contestualmente le tematiche del lusso, potere, sacralità, violenza e bellezza strettamente legate all'utilizzazione dei marmi che erano i protagonisti di quella parte della storia. Nel testo sono trattate le pietre italiche della Regio augustea I (Latium ed Campania) utilizzate nella media e tarda età repubblicana (tufo giallo napoletano, tufo giallo e tufo grigio, pietra lavica, pietra di Bellona) ed in modo più dettagliato il travertino di Paestum adoperato per realizzare i templi dell'area archeologica di Paestum e le mura della città con inizio nella seconda metà del VII secolo a.C., nonché la pietra arenaria e calcare locale con cui sono stati edificati la cinta muraria, il teatro e l'agorà di Elea della seconda metà del VI secolo a.C.
    "Le pietre italiche - dice Italo Abate, presidente di Ambiente e Cultura Mediterranea - dalla tarda repubblica in poi lasceranno il posto ai marmi; lentamente il mondo repubblicano volgerà al termine fino ad annullarsi per andare incontro ad altri destini, ad ulteriori sogni politici, a differenti modelli di rappresentazione architettonici e scultorei in cui saranno utilizzati i marmi provenienti dalle province orientali. I marmi attiveranno processi diversi come l'introduzione del lusso e lo sviluppo del linguaggio figurato con cui sarà veicolata l'ideologia del potere scrivendo l'historia signum". Il marmo sarà così utilizzato come strumento di storicizzazione. "È importante - continua Abate - saper leggere la storia scritta con le pietre; ogni civiltà ha avuto la sua pietra ed ogni pietra il suo mito, la sua leggenda, la sua storia ed il suo significato arcano. Età classica, ellenismo, medioevo, rinascimento, neoclassicismo non hanno potuto fare a meno dei marmi per sigillare la storia di pietra, per comunicare la bellezza di Venere, l'armonia dell'architettura, lo splendore dell'arte. Le sculture ed i resti dei marmi della Roma antica ancora oggi comunicano il messaggio di Ovidio: Omnia mutantur nihil interit, Tutto cambia, nulla muore".
   

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