I marmi antichi, simbolo di lusso e
potere, hanno interessato il mondo culturale con l'assegnazione
a Torino del Premio di Saggistica Inedita "I Murazzi 2024" al
campano Italo Abate per il testo "Marmora. Storia e simbolismo
nel mondo romano". Il libro è una indagine sulle pietre italiche
utilizzate in età regio-repubblicana nelle regioni dell'Italia
augustea del 7 dopo Cristo e dei litotipi estratti dal II secolo
avanti Cristo nelle province orientali dell'impero. I marmi sono
stati studiati non solo in ragione della funzione artistica o
architettonica ma anche per il ruolo di simbolismo, potere e
comunicazione dell'ideologia imperiale.
Collegata agli aspetti di carattere tecnico-petrografici dei
marmi è presente per ogni regione estrattiva una narrazione
storica che favorisce la lettura del territorio e della società
del tempo, cui non manca la narrazione di fatti, disquisizioni
ed episodi che si prestano ad essere trattati in sede filosofica
o utili per capire condotte e tradizioni locali, di esercizio
del potere o di etica.
Il filone narrativo approfondisce contestualmente le tematiche
del lusso, potere, sacralità, violenza e bellezza strettamente
legate all'utilizzazione dei marmi che erano i protagonisti di
quella parte della storia. Nel testo sono trattate le pietre
italiche della Regio augustea I (Latium ed Campania) utilizzate
nella media e tarda età repubblicana (tufo giallo napoletano,
tufo giallo e tufo grigio, pietra lavica, pietra di Bellona) ed
in modo più dettagliato il travertino di Paestum adoperato per
realizzare i templi dell'area archeologica di Paestum e le mura
della città con inizio nella seconda metà del VII secolo a.C.,
nonché la pietra arenaria e calcare locale con cui sono stati
edificati la cinta muraria, il teatro e l'agorà di Elea della
seconda metà del VI secolo a.C.
"Le pietre italiche - dice Italo Abate, presidente di
Ambiente e Cultura Mediterranea - dalla tarda repubblica in poi
lasceranno il posto ai marmi; lentamente il mondo repubblicano
volgerà al termine fino ad annullarsi per andare incontro ad
altri destini, ad ulteriori sogni politici, a differenti modelli
di rappresentazione architettonici e scultorei in cui saranno
utilizzati i marmi provenienti dalle province orientali. I marmi
attiveranno processi diversi come l'introduzione del lusso e lo
sviluppo del linguaggio figurato con cui sarà veicolata
l'ideologia del potere scrivendo l'historia signum". Il marmo
sarà così utilizzato come strumento di storicizzazione. "È
importante - continua Abate - saper leggere la storia scritta
con le pietre; ogni civiltà ha avuto la sua pietra ed ogni
pietra il suo mito, la sua leggenda, la sua storia ed il suo
significato arcano. Età classica, ellenismo, medioevo,
rinascimento, neoclassicismo non hanno potuto fare a meno dei
marmi per sigillare la storia di pietra, per comunicare la
bellezza di Venere, l'armonia dell'architettura, lo splendore
dell'arte. Le sculture ed i resti dei marmi della Roma antica
ancora oggi comunicano il messaggio di Ovidio: Omnia mutantur
nihil interit, Tutto cambia, nulla muore".
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