Sono 90 le ragazze e i ragazzi
'neet' (che non hanno concluso il ciclo scolastico e sono
disoccupati) dai 16 anni che a Napoli, Palermo e Catania hanno
lasciato la scuola e sono stati recuperati dalle associazioni
dei territori per corsi che hanno insegnato loro dei mestieri.
E' questo il bilancio che è stato fatto oggi a Napoli della
prima metà del progetto "Oltre la Pandemia", sostenuto dal Fondo
di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di
Intesa Sanpaolo e da Fondazione con il sud, e organizzato nelle
tre città da Avsi (Associazione Volontari per il Servizio
Internazionale) insieme all'Associazione Quartieri Spagnoli
onlus e Consvip, per presentare i risultati raggiunti.
"Siamo soddisfatti - spiega Franco Argelli, coordinatore
del progetto oltre la pandemia per Fondazione Avsi - di come sta
andando il progetto che ha due elementi fondamentali. Uno è che
questo percorso aiuta davvero i giovani a riscoprire se stessi,
il proprio valore, le proprie risorse, le proprie potenzialità e
quindi a riattivarsi. Secondo aspetto è che il progetto ha
insegnato competenze, tecniche, mestieri creando artigiani,
guantai, lavoratori in pizzerie o in bar. Questo vuol dire dare
ai giovani chance di trovare poi un'opportunità effettiva di
lavoro. Tutto passa per la parte pratica, perché i ragazzi hanno
potuto sperimentare queste cose attraverso i tirocini e qui
dobbiamo fare un ringraziamento anche alle aziende". Un modello
che le associazioni portano avanti e che mostrano alle
istituzioni, stimolando la nascita di grandi progetti nazionali:
"Crediamo fermamente - ha aggiunto Argelli - che occorra partire
dalla sperimentazione pilota sul campo e una volta che si vede
che funziona si possa anche ampliare di scala, porre
l'attenzione delle istituzioni pubbliche sia locali che
nazionali, partendo dalla metodologia applicata".
A Napoli Alessandro Pezzella per l'Associazione Quartieri
Spagnoli ha lavorato con la sua squadra sul progetto "Oltre la
pandemia" che "è partito - spiega Pezzella - da marzo 2023 e ha
coinvolto nella fase di aggancio, accoglienza e formazione circa
15-20 ragazzi. Poi sul primo gruppo abbiamo avuto un
finanziamento per attivare 6-10 tirocini, della durata di 6 mesi
ognuno, pagando ai ragazzi 500 euro al mese. Lo abbiamo
applicato nell'ambito della ristorazione, dell'estetista, del
parrucchiere e al termine di questa prima fase 7 ragazzi hanno
ricevuto un'offerta del lavoro che avevano imparato dalle
imprese in cui hanno svolto il tirocinio. Quindi si sono formati
bene. Adesso è finito il primo ciclo, abbiamo iniziato con un
secondo gruppo di ragazzi che da settembre-ottobre inizierà".
Tra le aziende in campo per la formazione anche il bar
ristorante della Fondazione Foqus ai Quartieri Spagnoli di
Napoli: "La Fondazione Focus - spiega Francesco Frascione ,
responsabile del bar che ha coordinato il progetto - vive nel
cuore dei Quartieri e ha adottato questa strategia di formazione
dei ragazzi. I due ragazzi da noi inizialmente erano un po'
titubanti, ma al termine del tirocinio sono formati: uno al bar
e l'altro in cucina e al termine della loro prima esperienza
hanno dimostrato di aver imparato bene e verranno assunti da
settembre. Per loro è un grande passo avanti e noi siamo
orgogliosi".
A Catania, spiega la responsabile di "Oltre la pandemia"
Domenica Sapienza della coop sociale "Centro orizzonte lavoro":
"Abbiamo fatto formazione - spiega - di 11 ragazze come baby
sitter e assistenza negli asili nido. Ci siamo impegnati sulle
ragazze su questo progetto in una Sicilia in cui molte persone
ancora dicono alle ragazze che non vale la pena studiare e
prepararsi. Il progetto è andato bene, è cominciato insegnando
subito il pronto soccorso dei bambini e poi il lavoro
quotidiano. Alla fine delle 11 scelte 10 hanno fatto tirocinio,
9 lo hanno terminato imparando e hanno tutte avuto contratti di
lavoro ora. A settembre parte la seconda fase del progetto a
Palermo, cominciamo con 5 ragazze in corsi di baby sitting".
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