"In Campania il 90% dei lidi ha
aderito allo sciopero degli stabilimenti balneari. E' stata una
protesta gentile. Ora tocca al Governo e a Bruxelles dare una
risposta, altrimenti a fine mese prevediamo una protesta ben più
clamorosa che potrebbe portare alla chiusura degli
stabilimenti". Snocciola i numeri con soddisfazione Mario Morra,
in rappresentanza del Sindacato Italiano Balneari campano, nel
giorno della protesta che ha visto la chiusura, più simbolica
che altro, degli stabilimenti balneari per due ore, dalle 7.30
alle 9.30, per quella che è stata definita come la serrata degli
ombrelloni. Sul tavolo la richiesta di un riordino del settore
su cui incombe la scadenza delle concessioni a fine anno.
Il timore dei concessionari è che un'apertura al mercato
estero possa favorire l'ingresso dei grandi gruppi finanziari e
degli speculatori andando a cancellare migliaia di imprese
familiari da decenni impegnate nel settore.
"La categoria è compatta - spiega Morra - e il dato di oggi
sulle adesioni lo dimostra. Anche perché in Campania quasi tutte
le imprese del settore aderiscono al nostro sindacato e qualche
defezione che pure c'è stata non ha inciso più di tanto. Non a
Napoli, dove l'adesione è stata totale. Anche i clienti sono
dalla nostra parte e hanno compreso le nostre istanze. Penso non
sia stato un sacrificio fare colazione con un'ora di ritardo.
Speriamo di non arrivare a forme più gravi di protesta. Ora la
palla passa al Governo - chiude - in ballo ci sono 30 mila
imprese balneari, 150 mila addetti e 1 milione di lavoratori
dell''indotto. Auspicavamo una legge prima di questa pausa.
Salvini da Cervia - conclude il proprietario del Bagno Elena,
uno dei lidi più noti a Napoli ci fa sapere di aver aperto un
canale con Bruxelles e sulla scorta di queste rassicurazioni al
momento ci asteniamo dall'organizzare altre manifestazioni. Ma
aspettiamo segnali concreti, altrimenti il 29 agosto torneremo a
protestare sulle nostre spiagge".
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