La Corte dei Conti della Campania
ha acceso un faro su costosi doni del Comune di Pompei a due
ministri, al direttore degli scavi archeologici di Pompei e al
vescovo di Pompei Tommaso Caputo.
La magistratura contabile, con il pubblico ministero
Raffaella Miranda e il procuratore Antonio Giuseppone, ha
incaricato i militari della Guardia di Finanza di Torre
Annunziata (Napoli) di notificare un invito a dedurre al sindaco
Carmine Lo Sapio e a due dirigenti ritenuti responsabili degli
acquisiti effettuati, secondo quanto si è appreso, prima che ci
fosse un via libera della giunta.
Si tratta, in particolare, di due chiavi d'oro, del valore di
circa 15mila euro ciascuna, consegnate all'ex ministro della
Cultura Gennaro Sangiuliano (di questo monile non si trova
traccia e comunque lo stesso Sangiuliano ha spiegato di non
averlo nella sua disponibilità) e al suo predecessore, Dario
Franceschini (dopo averne appreso il valore ne annunciò la
restituzione).
La chiave d'oro a Sangiuliano è stata consegnata lo scorso
luglio nel corso di una cerimonia a cui ha preso parte anche
l'imprenditrice Maria Rosaria Boccia secondo la quale la
consegna all'ex ministro, come dichiarato in una intervista,
avvenne grazie alla sua intermediazione.
I due monili sono effettivamente di particolare pregio:
realizzati in oro 9 carati, del peso di 150 grammi, su cui sono
stati coniati lo stemma della città mariana e le iniziali del
ministro nelle cui mani sono stati consegnati.
Alle chiavi si aggiungono un orologio, consegnato all'ex
direttore degli scavi di Pompei Massimo Osanna, e un rosario,
donato al vescovo di Pompei Caputo, anch'esso in oro, del valore
di oltre 5mila euro, regalato in occasione dei 50 anni della sua
ordinazione. Complessivamente la Procura della Corte dei Conti
della Campania contesta un danno erariale da 44mila euro.
"In data 13 febbraio - fa sapere il Comune di Pompei - è
stato notificato dalla Corte dei Conti solo un invito a fornire
deduzioni, in merito alla questione delle chiavi, da parte del
sindaco e dei due dirigenti, nei termini di 45 giorni. Daremo
mandato ai nostri legali per predisporre le controindicazioni
richieste". A parere degli inquirenti i regali sarebbero troppo
costosi e non rispetterebbero i criteri di sobrietà e congruità
richiesti a cui amministra un ente pubblico, come il Comune di
Pompei. Non solo. A parere dei magistrati contabili quei regali
avevano non l'obiettivo di promuovere i risultati
dell'amministrazione comunale di Pompei ma quelli del suo
sindaco.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA