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6 ore scuola in più per bimbo iperattivo, ma la mamma non ci sta

6 ore scuola in più per bimbo iperattivo, ma la mamma non ci sta

"Non lo accetto, così si creano solo altri danni"

NAPOLI, 05 marzo 2025, 16:27

Redazione ANSA

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Due giorni in più alla settimana ma sempre tre ore al giorno e non l'orario completo come auspicava la mamma: passa da 9 a 15 ore alla settimana il totale delle ore di lezione per l'alunno di quinta elementare autistico e iperattivo di Marano, in provincia di Napoli. Come richiesto dal ministro Valditara, oggi si é svolto il gruppo di lavoro operativo finalizzato alla reintegrazione dell'orario che però non ha portato ai risultati sperati dalla mamma dell'alunno: il bambino di Marano dovrà quindi lasciare l'istituto alle 11,30.
    "Continuano a parlare di inserimento graduale - dichiara la mamma, che si dice in disaccordo e protesta - ma ormai siamo a marzo, e tra le festività pasquali e altri giorni festivi, restano effettivamente una quarantina di giorni di scuola. Loro giustificano l'inserimento graduale con il fatto che mio figlio non fa terapia occupazionale, ma siamo in lista di attesa, non possono assolutamente condizionare la vita scolastica di un bambino perché esistono le liste di attesa. Non ho mai visto una cosa del genere - dice la donna - se mio figlio non è ancora abituato alla scuola è semplicemente perché sono loro che mi hanno costretta a portarlo solo per 9 ore a settimana, e quando ci va nella maggior parte di questo tempo lo tengono in palestra da solo e non in classe, lontano dai suoi compagni".
    "Mio figlio nella vecchia scuola - ricorda Imma - faceva i compiti, riceveva l'assegno a casa e partecipava alle attività di classe, se è regredito è colpa di questo loro modus operandi, sono stati loro che lo hanno disabituato alla vita scolastica facendomelo portare solamente per tre ore al giorno, e quando lo porto la maggior parte del tempo non sta mai in classe ma sempre in palestra da solo con il maestro di sostegno, senza compagni".
    "Non accetto assolutamente quanto deciso oggi, infatti non ho firmato, e soprattutto non accetto che si è parlato ancora di farmaco in sede di gruppo operativo di lavoro - conclude la donna - una persona che non conosce nemmeno mio figlio e non conosce la sua situazione clinica, qualificandosi come dottore ha ancora insistito sul farmaco, io questo non lo accetto. Tutti adesso dovranno assumersi le responsabilità dei danni che hanno creato a mio figlio e di un anno scolastico praticamente perso".
   
   

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