Due giorni in più alla settimana ma
sempre tre ore al giorno e non l'orario completo come auspicava
la mamma: passa da 9 a 15 ore alla settimana il totale delle ore
di lezione per l'alunno di quinta elementare autistico e
iperattivo di Marano, in provincia di Napoli. Come richiesto dal
ministro Valditara, oggi si é svolto il gruppo di lavoro
operativo finalizzato alla reintegrazione dell'orario che però
non ha portato ai risultati sperati dalla mamma dell'alunno: il
bambino di Marano dovrà quindi lasciare l'istituto alle 11,30.
"Continuano a parlare di inserimento graduale - dichiara la
mamma, che si dice in disaccordo e protesta - ma ormai siamo a
marzo, e tra le festività pasquali e altri giorni festivi,
restano effettivamente una quarantina di giorni di scuola. Loro
giustificano l'inserimento graduale con il fatto che mio figlio
non fa terapia occupazionale, ma siamo in lista di attesa, non
possono assolutamente condizionare la vita scolastica di un
bambino perché esistono le liste di attesa. Non ho mai visto una
cosa del genere - dice la donna - se mio figlio non è ancora
abituato alla scuola è semplicemente perché sono loro che mi
hanno costretta a portarlo solo per 9 ore a settimana, e quando
ci va nella maggior parte di questo tempo lo tengono in palestra
da solo e non in classe, lontano dai suoi compagni".
"Mio figlio nella vecchia scuola - ricorda Imma - faceva i
compiti, riceveva l'assegno a casa e partecipava alle attività
di classe, se è regredito è colpa di questo loro modus operandi,
sono stati loro che lo hanno disabituato alla vita scolastica
facendomelo portare solamente per tre ore al giorno, e quando lo
porto la maggior parte del tempo non sta mai in classe ma sempre
in palestra da solo con il maestro di sostegno, senza compagni".
"Non accetto assolutamente quanto deciso oggi, infatti non ho
firmato, e soprattutto non accetto che si è parlato ancora di
farmaco in sede di gruppo operativo di lavoro - conclude la
donna - una persona che non conosce nemmeno mio figlio e non
conosce la sua situazione clinica, qualificandosi come dottore
ha ancora insistito sul farmaco, io questo non lo accetto. Tutti
adesso dovranno assumersi le responsabilità dei danni che hanno
creato a mio figlio e di un anno scolastico praticamente perso".
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