"A Caivano abbiamo dimostrato che le cose possono cambiare" ed è "un modello che vogliamo estendere a tutte quelle realtà dove lo Stato è stato meno presente o, peggio, ha scelto di fare un passo indietro". Così, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni all'incontro sul Piano periferie a Palazzo Chigi che riguarda Rozzano (Miano), Roma, Napoli, Rosarno e San Ferdinando (Reggio Calabria), Catania, Palermo e Orta Nova (Foggi). La premier ha ricordato che con il decreto Caivano-bis il modello si applica "ad altre 8 realtà" e sono state individuate risorse per "180 milioni di euro dai Fondi di Sviluppo e di Coesione".
"A Caivano abbiamo dimostrato che lo Stato, se ci mette volontà, costanza e determinazione, può rispettare un impegno che si prende con i cittadini. In un territorio complesso, abbandonato e dimenticato per decenni, abbiamo detto alle persone perbene e oneste che dello Stato potevano tornare a fidarsi e che noi saremmo stati al loro fianco". Lo ha detto, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni all'incontro a Palazzo Chigi sul Piano periferie.
Il modello Caivano si concentra in particolare "sugli interventi di riqualificazione delle periferie e su ciò che fosse più utile per dare una risposta ai bisogni concreti delle famiglie e dei più giovani", ha sottolineato Meloni illustrando le linee di azioni anche nelle altre periferie.
"E' solo un piccolo spaccato - ha concluso - di ciò che intendiamo fare nei prossimi mesi e che rientra in una strategia più ampia che vedrà il governo impegnato in prima linea, esattamente come è accaduto a Caivano, dove ogni articolazione dello Stato si è mossa, ha fatto la sua parte e ha dato il proprio contributo. È un lavoro che ci impegniamo a portare avanti per continuare a sfidare noi stessi e per dimostrare che è molto più seria una politica che prova a risolvere i problemi - anche i più difficili - a costo di fallire".
"Abbiamo rimesso prima di tutto al centro la sicurezza e la legalità, banalmente perché senza sicurezza e legalità non c'è libertà, non c'è la possibilità di portare avanti interventi di riqualificazione, non ci sono le precondizioni per creare lavoro e benessere. E abbiamo poi proseguito il cammino, riportando in quel territorio la gioia delle cose semplici, quasi banali. Come portare i bambini al parco, avere un asilo nido dove far crescere i più piccoli e un centro dove poter far sport. Cose semplici, ma che purtroppo erano negate. E siamo andati ancora avanti, come dimostrano i tantissimi progetti che in questi mesi hanno vista la luce o che sono in via di realizzazione. Dal Polo culturale che nascerà a ridosso del "Centro Pino Daniele" al nuovo Campus universitario, che offrirà agli studenti del territorio la possibilità di frequentare diversi corsi di laurea. A Caivano abbiamo dimostrato che le cose possono cambiare".
"Noi abbiamo messo la faccia su una sfida che altri avevano considerato troppo difficile; lo abbiamo fatto - ha sottolineato la premier - con uno straordinario lavoro di squadra - per il quale ringrazio ancora una volta tutti i ministri, le amministrazioni e gli uffici che ci hanno lavorato - e giorno dopo giorno abbiamo messo una sopra l'altro i mattoni per ricostruire Caivano".
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