"In 30 anni di lavoro, dalla prima
presentazione del primo Rapporto Ecomafia - dichiara Stefano
Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - siamo riusciti a
far inserire nel Codice penale i delitti contro l'ambiente e
quelli contro il patrimonio culturale, ma c'è ancora molto da
fare nel nostro Paese. Serve semplificare gli abbattimenti degli
ecomostri, ampliando il potere dei Prefetti, e sono urgenti
l'inserimento nel Codice penale dei delitti delle agromafie, di
quelli contro gli animali, e l'approvazione dei decreti
attuativi della legge sul Sistema Nazionale di Protezione
dell'Ambiente, per rendere sempre più efficaci i controlli delle
Arpa. Ne gioverebbero molto la salute delle persone, degli
ecosistemi e quella delle imprese sane che continuano ad essere
minacciate dalla concorrenza sleale praticata da ecofurbi,
ecocriminali ed ecomafiosi".
In Italia le ecomafie premono sempre di più sull'acceleratore e
fanno affari d'oro. Sono 35.487 i reati ambientali accertati nel
Paese nel 2023, +15,6% rispetto al 2022. Aumenta il numero delle
persone denunciate (34.481, +30,6% rispetto al 2022), quello
degli arresti (319, +43%) e dei sequestri (7.152, +19%). 13.008
i reati nel ciclo del cemento (+6,5%), dalle cave abusive alle
case illegali, che rappresentano il 36,7% di tutti quelli contro
l'ambiente; 9.309 i reati nel ciclo dei rifiuti (+66,1%), una
crescita dovuta anche ai maggiori controlli effettuati nel 2023
(+60,8%). Cresce sia il numero delle persone denunciate (10.708,
+75,9%) e soprattutto di quelle arrestate, ben 247, pari al
+162,7%. In Campania 4.952 reati accertati nel 2023, prima
regione in Italia (14% del totale nazionale), in aumento del
23,2%. Napoli è la prima provincia italiana, seguita da
Avellino. 4.643 persone denunciate, con una crescita del 38,2%;
49 ordinanze di custodia cautelare (erano state 12 nel 2023),
prima regione ex aequo con la Lombardia; 1.241 sequestri, con un
incremento rispetto al 2022 del 24,7%.
Ecco le proposte di Legambiente per combattere le Ecomafie: 1)
Recepire quanto prima in Italia la direttiva europea per la
tutela penale dell'ambiente, in vigore da maggio 2024, con
l'introduzione di nuovi delitti nel Codice penale e la
definizione di una strategia nazionale contro gli ecocrimini; 2)
Approvare il disegno di legge contro le agromafie, che introduce
i delitti a tutela del patrimonio agroalimentare del nostro
Paese, del vero "made in Italy" e della salute delle persone; 3)
Introdurre nel titolo VI-bis del Codice penale sanzioni adeguate
per i crimini contro gli animali (fino a 6 anni di reclusione e
150.000 euro di multa) e contro i traffici di specie protette,
come prevede la direttiva comunitaria del 2024 sulla tutela
penale dell'ambiente; 4) Inasprire le sanzioni per la gestione
illecita dei rifiuti, trasformando in delitti i reati
contravvenzionali previsti dagli articoli 256 e 259 del Testo
unico ambientale; innalzare le pene per il traffico organizzato
di rifiuti (art. 452 quaterdecies del Codice penale), da 3 a 8
anni (10 per i rifiuti radioattivi); 5) Introdurre
l'associazione a delinquere (art. 416 del Codice penale) e i
delitti contro l'ambiente (Titolo VI bis), tra quelli per cui
non è previsto l'interrogatorio preventivo (art. 291, comma 1
quater del Codice di procedura penale); 6) Adottare un Piano
nazionale di lotta all'abusivismo edilizio, con risorse adeguate
per gli abbattimenti degli immobili costruiti illegalmente ed
estendendo il potere sostitutivo delle Prefetture (art.10bis,
legge 120/2020) alle ordinanze di demolizione emanate e non
eseguite dai Comuni prima dell'approvazione della norma.
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