La diversa percezione del fenomeno
del racket in città come Torino, Firenze e Napoli è l'oggetto di
un dossier di Libera realizzato lo scorso anno e presentato oggi
anche a Napoli. Alla domanda se esista un problema di pizzo
nelle rispettive città, il 44,33% degli intervistati a Napoli ha
indicato che il problema è "abbastanza" serio, seguito dal 9,28%
che lo considera "molto" grave. A Torino e Firenze, i dati
mostrano un quadro meno allarmante, con il 17,89% e il 16,84%
rispettivamente che ritiene il pizzo "abbastanza" diffuso, e
solo l'1,83% e il 2,11% che lo giudica un problema "molto"
rilevante. Il questionario è stato somministrato
dall'associazione Libera a operatori economici delle tre città.
Quale il motivo principale per cui le vittime di estorsione
non denunciano? Il fenomeno è legato alla paura di ritorsioni
personali o familiari, indicata dal 51,11% a livello nazionale.
Questo timore è particolarmente accentuato a Napoli.
"C'è ancora tanto lavoro da fare. Gli strumenti ci sono: alla
politica spetta conoscere i dati per poter programmare. Questo è
anche l'obiettivo per cui oggi, grazie alla proposta di Libera,
ho voluto fortemente la presenza di chi queste indagini le ha
portate avanti, di chi è sui territori. E che ci potrà dare le
linee guida per programmare e quindi legiferare in questo senso"
ha detto Roberta Gaeta, consigliera regionale della Campania e
componente della commissione Antimafia e Beni Confiscati.
Diverse anche le percentuali di quanti hanno accettato di
rispondere alle domande di Libera. A Torino, a fronte di 488
somministrati, sono stati restituiti compilati 218 questionari
(44,6% di riscontro positivo da parte degli esercenti). A
Firenze sono stati somministrati 398 questionari e tra questi
133 sono stati compilati (33,4%), ma solo 97 validamente
completati ai fini dell'indagine (24,3%). A Napoli sono stati
somministrati 470 questionari e di questi 97 sono stati
restituiti completati (20,6%). (ANSA)
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