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Giovanissimi uccisi come boss, 16 arresti a Napoli

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Giovanissimi uccisi come boss, 16 arresti a Napoli

Fatta luce sugli omicidi di Emanuele Tufano ed Emanuele Durante

NAPOLI, 08 maggio 2025, 13:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ragazzini con le pistole. Piccoli boss che si fotografano armati sui social. E che non si fanno scrupolo ad uccidere, per un motivo qualunque, altri giovani come loro.

Sedici persone, tra cui 6 minorenni, sono state arrestate nell'ambito di un'indagine che ha portato Polizia e Carabinieri a fare luce sugli omicidi di due ragazzi a Napoli: Emanuele Tufano, di 15 anni, il 24 ottobre dell'anno scorso, e Emanuele Durante, di 20 anni, il 15 marzo scorso. Delitti commessi, come sottolinea la Procura di Napoli, "con metodo tipicamente camorristico".

Oggi gli uomini della Squadra Mobile e del Nucleo Investigativo del comando Provinciale Carabinieri di Napoli hanno eseguito tre diverse ordinanze di custodia cautelare, due emesse dall'ufficio gip del Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e una dall'ufficio gip del Tribunale per i Minorenni, su richiesta della Procura, che hanno portato all'arresto di 16 persone, tra cui 6 ancora minori.

I due fatti di sangue sono distinti, ma collegati. Le indagini della Squadra Mobile di Napoli hanno consentito di accertare che Tufano è stato ucciso nel corso di un conflitto a fuoco, una scorribanda armata iniziata in via Antonietta De Pace e conclusasi in via Carminiello al Mercato, tra due gruppi contrapposti di giovani, alcuni dei quali minorenni, appunto, provenienti dai quartieri Sanità e Mercato e che, con le tipiche modalità della criminalità organizzata, si sono affrontati utilizzando almeno 5 armi ed esplodendo gli uni contro gli altri, ad altezza d'uomo e con l'intenzione di uccidere, numerosi colpi. Per un errore, Tufano è stato ucciso da uno dei componenti del suo stesso gruppo della Sanità.

Il conflitto a fuoco, hanno ricostruito gli investigatori, è maturato nell'ambito di contrasti tra gruppi criminali emergenti intenzionati ad acquisire il potere egemonico su diversi quartieri della città, attraverso atti dimostrativi di supremazia criminale e controllo violento del territorio.

Grazie alle meticolose indagini della Squadra Mobile sono state identificate le 14 persone - otto maggiorenni e sei minori - che hanno partecipato allo scontro, tutte raggiunte dal provvedimento cautelare.

Riguardo all'altro omicidio, quello di Emanuele Durante, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli sono riusciti a identificarne i due autori - anche grazie alle riprese delle videocamere di sorveglianza, che hanno ripreso il raid dei killer - e a dimostrare che il delitto è strettamente correlato alla morte di Tufano, essendo stato "deciso, approvato ed attuato" da uomini appartenenti al gruppo camorristico Sequino del quartiere Sanità, recentemente ricostituitosi per il ritorno in libertà di una serie di affiliati.

In particolare, gli indagati, dopo l'omicidio Tufano, hanno maturato la decisione di uccidere Durante, scrive la Procura, "non solo e non tanto per vendicare la morte di Tufano ma soprattutto per dimostrare la permanenza della egemonia del clan Sequino sul territorio, anche a fronte di eventi che nell'ottica del potere criminale minavano l'immagine e la credibilità dei Sequino, tenuto conto dei legami di uno degli indagati con la vittima e dei comportamenti ritenuti profondamente offensivi da parte degli autori del conflitto appartenenti al quartiere Sanità, mostratisi reticenti e irrispettosi nei riguardi del clan Sequino". 
   

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