"Siamo Casertani, non camorristi":
è questo lo slogan che ha fatto da sfondo alla manifestazione
tenutasi ieri a piazza Correra a Caserta e organizzata dai
Movimenti "Caserta Decide" e "Speranza per Caserta" in seguito
allo scioglimento per infiltrazioni camorristiche
dell'amministrazione comunale del sindaco Carlo Marino disposto
dal Governo il 18 aprile scorso, giorno di Venerdì Santo.
All'iniziativa era presente anche l'ex consigliere comunale del
Pd Matteo Donisi, molto critico con l'amministrazione Marino.
"La reazione della città in un sabato di maggio è stata
incredibile" commenta soddisfatto Raffaele Giovine, 31enne
consigliere comunale di Caserta Decide che alle scorse elezioni
si presentò come candidato sindaco prendendo un buon gruzzolo di
oltre 8mila voti. "Tantissime persone - aggiunge - sono scese in
piazza con la voglia di riscatto per la nostra terra. Ora
bisogna lavorare strada dopo strada, piazza dopo piazza per
mettere al centro della discussione pubblica la questione
morale, la giustizia sociale ed ambientale. Ripartiamo dalle
centinaia di persone accorse per dire che si può fare". "In
questo lungo periodo di commissariamento - sottolinea Francesco
Apperti di Speranza per Caserta - dovremo fare un lavoro
certosino per spiegare ai cittadini che Caserta è amministrata
dal 1998, da Falco in poi, sostanzialmente dagli stessi gruppi
di potere. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, penso sia
oggettivo. Quindi l'unica possibilità per una svolta, se davvero
la vogliamo, è dare fiducia a chi di questi gruppi di potere non
ha mai fatto parte, e mette in campo in maniera del tutto
disinteressata passione, energia, competenza ed ormai anche una
certa esperienza. L'iniziativa di piazza Correra è stata la
prima tappa di un lungo percorso nel quale proveremo a
coinvolgere quante più anime che si riconoscono nei concetti di
sostenibilità, inclusione e condivisione".
Vincenzo Fiano, del Centro sociale ex Canapificio, storica
associazione casertana che ha preso parte all'iniziativa,
afferma che è "stata positiva la partecipazione all'iniziativa.
Questo è un primo fondamentale approccio per un percorso che
deve portare ad esprimere una proposta unitaria; c'è soprattutto
la necessità di costruire una città libera da infiltrazioni e
condizionamenti, in cui i diritti non devono trasformarsi in
piaceri e favori nella disponibilità di qualche 'amico' in
Comune, come è avvenuto in questi ultimi anni; anche perché i
favori chiesti per ottenere cose di cui si ha diritto diventano
lacci e catene che poi si stringono nel periodo elettorale
attorno agli elettori. E non dobbiamo inoltre pensare che la
città vada governata come si propongono certi personaggi, che in
questi giorni fotografano ogni buca e sacchetto ma poi sono
della stessa parte di quel governo nazionale che ha alzato a
140mila la soglia per gli appalti senza gara e che non lavora in
un'ottica di anticamorra. Siamo tenuti ad interrogarci - osserva
Fiano - su cosa sia l'anticamorra, ma faremmo un errore a
considerarla appannaggio solo delle istituzioni e della
magistratura. L'anticamorra si costruire rafforzando la
partecipazione, la vigilanza democratica e il tessuto sociale.
La nostra non è una battaglia retorica; vogliamo davvero
cambiare la città, ma prima dal punto di vista culturale. Il
tempo per farlo questa volta c'è e non possiamo sprecarlo"
conclude Fiano.
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