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"Nel Casertano 10% di poveri ma tanti sprechi alimentari"

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"Nel Casertano 10% di poveri ma tanti sprechi alimentari"

I dati diffusi durante convegno di Fipe Confcommercio a Caserta

CASERTA, 13 maggio 2025, 11:50

Redazione ANSA

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Il 10% della popolazione della provincia di Caserta vive in una condizione di povertà assoluta, mentre il 50% ha difficoltà a raggiungere la fine del mese. Di contro aumentano gli sprechi di cibo, tanto nel consumo domestico che nel settore della ristorazione e della produzione, con punte che raggiungono il 43%. Sono alcuni dei dati emersi in occasione della sessione di studi dal titolo "Nutrire il futuro: strategie condivise per ridurre lo spreco alimentare" promossa da Fipe Confcommercio che si è svolta alla Camera di Commercio di Caserta. Per il presidente dell'Ente Camerale, Tommaso De Simone, "era doveroso fare una riflessione sullo spreco alimentare partendo da ristoratori, pizzerie e negozianti e coinvolgendo varie parti in causa, come Caritas e Camera di commercio. Il messaggio è corale: insieme possiamo ridurre gli sprechi in linea con le direttive che ci impone la Comunità europea. Politiche come quella dell'utilizzo del doggy bag o dell'App Too good to go, che permette l'inserimento di prodotti in un circuito virtuoso, può non solo soddisfare l'esigenza di domanda di cibo, ma anche ridurre gli sprechi e, dunque, salvare il nostro pianeta". "Da ristoratore godo di un osservatorio privilegiato - ha aggiunto Massimo Di Porzio, presidente di Fipe Confcommercio Campania - perché posso monitorare le abitudini alimentari e soprattutto le differenze culturali. Il primo messaggio da diffondere, soprattutto tra i giovani consumatori, è che il cibo è prezioso e non va sprecato. Al contempo serve un impegno forte di produttori e ristoratori a individuare i modi e gli strumenti giusti per recuperare le eccedenze". "Un terzo del cibo nel mondo viene sprecato - ha precisato Fabio Del Prete, presidente dei Giovani imprenditori Confcommercio Campania - con un impatto sull'economia di circa 9 miliardi di euro. Il 43% degli sprechi si consuma tra le pareti domestiche, il 37% è responsabilità della filiera produttiva mentre il 15% investe il comparto della ristorazione. Si tratta di dati che impongono una riflessione comune e che devono spingere ad una consapevolezza collettiva". Una consapevolezza ancora troppo poco diffusa, secondo Giuseppe Russo, presidente di Fipe Confcommercio Caserta e di Fipe Giovani Campania. "Soltanto il 15,5% dei clienti - spiega - ha l'abitudine di portarsi a casa il cibo ordinato ma non consumato, la restante parte invece preferisce lasciarli nel piatto per imbarazzo, scomodità oppure indifferenza verso il problema. E ciò malgrado due ristoratori su tre affermino di essere attrezzati per gestire questo tipo di asporto. C'è però da sottolineare che esiste un 22% di clienti che sceglie il locale proprio per la sua adesione a questa iniziativa etica. Ma al di là dei motivi solidali, per le attività impegnate in questi progetti a impatto sociale c'è anche un beneficio economico perché possono usufruire di detrazioni fiscali". Ha sollecitato tutti a incoraggiare un circuito virtuoso, don Carmine Schiavone, delegato regionale Caritas, che ha ricordato le iniziative portate avanti anche in provincia di Caserta, attraverso le parrocchie, dai 104 sportelli della Caritas diocesana. "Le persone si rivolgono a noi per la spesa, le bollette, l'emergenza abitativa e non solo. Negli ultimi anni ormai stiamo sopperendo alle carenze delle istituzioni con mense, dormitori e ambulatori. Ci siamo dotati di personale e pulmini con i quali facciamo da spola tra i ristoranti e le mense. In questo modo riduciamo gli sprechi, recuperiamo le eccedenze e sosteniamo le persone in difficoltà'. A sottolineare l'impatto dello spreco di cibo sull'ambiente è stato Raffaele Lauria, delegato Wwf Italia Ets per la Campania. "Non può esserci giustizia sociale - ha detto - se non c'è attenzione alla tutela ambientale. E ricordo che il tema è stato inserito dalle Nazioni Unite nell'Agenda 2030, come obiettivo per raggiungere la sostenibilità alimentare, ridurre l'impatto ambientale e combattere la fame". Pierluigi Simmini e Cristian Taddei, rispettivamente Head of sales e Senior sales di 'Too good to go', azienda la cui mission è di responsabilizzare tutti a combattere lo spreco di cibo, sottolineano che "in provincia di Caserta abbiamo già salvato oltre 150mila pasti grazie ad una rete di circa 200 partner aderenti".
   

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