Il 10% della popolazione della
provincia di Caserta vive in una condizione di povertà assoluta,
mentre il 50% ha difficoltà a raggiungere la fine del mese. Di
contro aumentano gli sprechi di cibo, tanto nel consumo
domestico che nel settore della ristorazione e della produzione,
con punte che raggiungono il 43%. Sono alcuni dei dati emersi in
occasione della sessione di studi dal titolo "Nutrire il futuro:
strategie condivise per ridurre lo spreco alimentare" promossa
da Fipe Confcommercio che si è svolta alla Camera di Commercio
di Caserta. Per il presidente dell'Ente Camerale, Tommaso De
Simone, "era doveroso fare una riflessione sullo spreco
alimentare partendo da ristoratori, pizzerie e negozianti e
coinvolgendo varie parti in causa, come Caritas e Camera di
commercio. Il messaggio è corale: insieme possiamo ridurre gli
sprechi in linea con le direttive che ci impone la Comunità
europea. Politiche come quella dell'utilizzo del doggy bag o
dell'App Too good to go, che permette l'inserimento di prodotti
in un circuito virtuoso, può non solo soddisfare l'esigenza di
domanda di cibo, ma anche ridurre gli sprechi e, dunque, salvare
il nostro pianeta". "Da ristoratore godo di un osservatorio
privilegiato - ha aggiunto Massimo Di Porzio, presidente di Fipe
Confcommercio Campania - perché posso monitorare le abitudini
alimentari e soprattutto le differenze culturali. Il primo
messaggio da diffondere, soprattutto tra i giovani consumatori,
è che il cibo è prezioso e non va sprecato. Al contempo serve un
impegno forte di produttori e ristoratori a individuare i modi e
gli strumenti giusti per recuperare le eccedenze". "Un terzo del
cibo nel mondo viene sprecato - ha precisato Fabio Del Prete,
presidente dei Giovani imprenditori Confcommercio Campania - con
un impatto sull'economia di circa 9 miliardi di euro. Il 43%
degli sprechi si consuma tra le pareti domestiche, il 37% è
responsabilità della filiera produttiva mentre il 15% investe il
comparto della ristorazione. Si tratta di dati che impongono una
riflessione comune e che devono spingere ad una consapevolezza
collettiva". Una consapevolezza ancora troppo poco diffusa,
secondo Giuseppe Russo, presidente di Fipe Confcommercio Caserta
e di Fipe Giovani Campania. "Soltanto il 15,5% dei clienti -
spiega - ha l'abitudine di portarsi a casa il cibo ordinato ma
non consumato, la restante parte invece preferisce lasciarli nel
piatto per imbarazzo, scomodità oppure indifferenza verso il
problema. E ciò malgrado due ristoratori su tre affermino di
essere attrezzati per gestire questo tipo di asporto. C'è però
da sottolineare che esiste un 22% di clienti che sceglie il
locale proprio per la sua adesione a questa iniziativa etica. Ma
al di là dei motivi solidali, per le attività impegnate in
questi progetti a impatto sociale c'è anche un beneficio
economico perché possono usufruire di detrazioni fiscali". Ha
sollecitato tutti a incoraggiare un circuito virtuoso, don
Carmine Schiavone, delegato regionale Caritas, che ha ricordato
le iniziative portate avanti anche in provincia di Caserta,
attraverso le parrocchie, dai 104 sportelli della Caritas
diocesana. "Le persone si rivolgono a noi per la spesa, le
bollette, l'emergenza abitativa e non solo. Negli ultimi anni
ormai stiamo sopperendo alle carenze delle istituzioni con
mense, dormitori e ambulatori. Ci siamo dotati di personale e
pulmini con i quali facciamo da spola tra i ristoranti e le
mense. In questo modo riduciamo gli sprechi, recuperiamo le
eccedenze e sosteniamo le persone in difficoltà'. A sottolineare
l'impatto dello spreco di cibo sull'ambiente è stato Raffaele
Lauria, delegato Wwf Italia Ets per la Campania. "Non può
esserci giustizia sociale - ha detto - se non c'è attenzione
alla tutela ambientale. E ricordo che il tema è stato inserito
dalle Nazioni Unite nell'Agenda 2030, come obiettivo per
raggiungere la sostenibilità alimentare, ridurre l'impatto
ambientale e combattere la fame". Pierluigi Simmini e Cristian
Taddei, rispettivamente Head of sales e Senior sales di 'Too
good to go', azienda la cui mission è di responsabilizzare tutti
a combattere lo spreco di cibo, sottolineano che "in provincia
di Caserta abbiamo già salvato oltre 150mila pasti grazie ad una
rete di circa 200 partner aderenti".
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