"Sui mesi del dopo covid dobbiamo ancora accertare molte cose, partendo dal fatto che nel post covid ci sono conseguenze cardiache e ricordando che 23 milioni di italiani hanno avuto la malattia".
Così l'infettivologo Massimo Galli nel convegno a Napoli sul "Long covid" promosso dalla Farmaceutici Damor.
Secondo uno studio britannico, nei 5
mesi dopo aver avuto il covid ha subito complicazioni cardiache
il 4,8% dei reduci dalla malattia, un triplo di quanto avviene
senza covid.
Un tema su cui lavora Massimo Volpe, presidente della Società
italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec) e direttore
della Cardiologia della Sapienza di Roma: "C'è anche - spiega -
uno studio effettuato dai colleghi negli Usa, raccogliendo i
dati di 1.200.000 persone post covid e scoprendo che le malattie
cardiovascolari in loro sono aumentate di 4 volte. Sappiamo ora
che la malattia Sars Cov 2 non è solo respiratoria ma attacca
anche il rivestimento dei vasi e causa conseguenze cliniche in
alcune persone. Durante il covid c'è stata minore prevenzione,
ma ora sapendo che c'è un rischio, la parte cardiovascolare va
controllata, soprattutto in chi ha diabete, pressione alta,
colesterolo. Sappiamo ancora poco di relazione tra malattie
virali e cardiologia ma certo l'infiammazione da covid è un
denonatore potente di malattie cardiovascolari".
Per Ugo Trama, responsabile delle politiche del farmaco della
Regione Campania e in prima linea durante i due anni
dell'esplosione della pandemia, "il covid non è in fase acuta
oggi ma è sotto osservazione. Oggi parliamo di long covid
osservando le patologie concomitanti al covid o preesistenti che
si riacutizzano. Serve su questo una presa in carico
territoriale che può essere una soluzione. Dobbiamo anche
ricordare che c'è stata anche una carenza di osservazione
assistenziale nel top del covid e ora bisogna reagire sulle
cronicità cardiovascolari. La scienza dà un grande contributo ma
la grande risposta è messa in campo del territorio attraverso i
medici e le Asl". Una territorialità su cui si concentra anche
l'assessore alla sanità del Comune di Napoli Vincenzo Santagada:
"La situazione è tranquilla - dice - ma bisogna continuare a
vaccinarsi e usare dispositivi di protezione anche se non
obbligatori. Ora entriamo nella fase dell'influenza e si
suggerisce ai pazienti cronici e over 60 di fare anche il
vaccino antinfluenzale, per prevenire condizioni difficili in
soggetti fragili". Percorsi da tenere ancora d'occhio, come
sottolinea Galli: "Dopo la Spagnola un secolo fa ci fu anche la
sindrome di dimenticarsene. In Italia ci sono varie forze che
tendono a togliere la memoria, mentre noi abbiamo molto ancora
da capire sul long covid e fare in modo che in Italia non si
dimentichi la malattia e si resti organizzati per evitare la
rimanifestazione".
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