Ci sono due indagati, per l'ipotesi di reato di falso ideologico, per l'installazione degli autovelox di Cadoneghe (Padova), contestati dagli automobilisti e fatti saltare con dell'esplosivo alcune settimane fa. Si tratta - riferiscono i giornali locali - del comandante dei vigili facente funzioni di Cadoneghe, Giampietro Moro, e di un agente della polizia locale. Ad aprire un'inchiesta sui due apparecchi, piazzati nel mese di giugno lungo la Statale 307 del Santo, è stato il sostituto procuratore padovano Benedetto Roberti, dopo che erano state elevate 24mila multe per eccesso di velocità in poco più di un mese.
Tra le cause, vi è l'abbassamento del limite di velocità sulla Statale, passato da 70 a 50 chilometri orari. Secondo l'ipotesi di accusa, l'iter per l'attivazione dei due autovelox non sarebbe stato effettuato correttamente, dando fra l'altro la possibilità agli automobilisti multati di contestare le sanzioni e di vedersele annullate. Attualmente i due apparecchi sono fuori uso: nella notte tra il 9 e il 10 agosto scorso uno venne fatto esplodere con della polvere pirica, l'altro fu colpito con una pistola a pallini. Altri agguati avevano preso di mira quattro autovelox in provincia di Rovigo, tagliati alla base con un flessibile.
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