Il Suv DBX di Aston Martin diventa più sportivo con la variante S, che è stata presentata di recente dalla casa britannica, portando avanti una tradizione introdotta con la Vanquish S del 2004. Esteticamente, la DBX S sfoggia una nuova griglia, mentre in opzione è disponibile quella con design a nido d'ape ispirata alla DBS 770 Ultimate.
Non mancano un nuovo splitter ed un nuovo diffusore, con la zona posteriore che mette in evidenza le due coppie di scarichi sovrapposti. Volendo, può essere ordinata con il tetto in carbonio e con i cerchi da 23 pollici in magnesio, che riducono le masse non sospese, rispettivamente, di 18 e 19 kg.
L'abitacolo ha un piglio sportivo grazie alla presenza diffusa dell'Alcantara e per il design particolare del rivestimento bicolore dei sedili, che presentano il logo S negli schienali delle sedute anteriori. Quando il sound del motore non è preponderante, nei viaggi, è possibile sfruttare un impianto audio opzionale griffato Bowers & Wilkins con 23 altoparlanti e 1.600 W di potenza.
Tuttavia, il protagonista sulla DBX S è il V8 biturbo da 4 litri con una tecnologia per le turbine mutuata dalla supercar Valhalla, ed una potenza di 727 CV che incrementa di 20 CV quella della DBX e, grazie anche al contributo di un nuovo cambio a 9 marce a frizione, denominato "wet clutch transmission", consente alla DBX S di scattare da 0 a 100 km/h in 3,3 secondi, migliorando la performance nell'accelerazione da 0 a 200 km/h di 0,3 secondi; la velocità massima, invece, è 311 km/h.
Oltre alle modifiche alle sospensioni già apportate sulla DBX, la DBX S, come la sorella minore, sfrutta un sistema di trazione integrale capace di inviare fino al 50% della coppia motrice sull'assale anteriore, ma si avvale di un rapporto di sterzo più rapido del 4% e di una trasmissione più veloce in scalata. Per rallentare in maniera adeguata, infine, sfrutta un impianto frenante carboceramico con dischi anteriori da 420 mm e posteriori da 390 mm.
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