Progettata per raggiungere Venere, dove non è mai arrivata, la sonda sovietica Roskomos è tornata sulla Terra dopo essere rimasta in orbita per 53 anni. Che sia rientata nell'atmosfera è sicuro, ma capire in quale punto è un rebus. Sono infatti molto contraddittorie le stime che si sono inseguite nel corso della giornata. Per l'agenzia spaziale russa Roscosmos il rientro sarebbe avvenuto nell'oceano Indiano, ma secondo la Us Space Force sul Pacifico: un rompicapo nel quale fa da ago della bilancia l'ultimo avvistamento sull'Europa, avvenuto alle 8,04 con un'incertezza di più o meno 20 minuti, secondo il Consorzio Europeo Space Surveillance and Tracking (Eu-Sst), di cui fa parte il Centro di Space Situational Awareness dell'Aeronautica Militare di Poggio Renatico, vicino Ferrara, che è responsabile dei servizi di 'Re-Entry' e 'Fragmentation'.
"La stima della Us Space Force ha tardato molto rispetto al solito e indica che il rientro sarebbe avvenuto alle 7,32 italiane più o meno 12 minuti sul Pacifico meridionale, ossia esattamente dal lato opposto rispetto alle stime russe", osserva Luciano Anselmo, esperto di dinamica spaziale e associato di ricerca presso l'Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione 'A. Faedo' del Cnr (Isti-Cnr). "E' chiaro - osserva l'esperto - che nessuno ha visto dove la sonda sia caduta. Si tratta perciò di capire quale delle due stime sia quella sicuramente sbagliata e quale la più vicina al vero". Un dato fondamentale è il fatto che l'ultima orbita osservata è passata sull'Europa centrale, in particolare sulla Germania.
"Se la Germania non avesse visto nulla, allora avrebbero ragione gli Stati Uniti, secondo i quali la sonda sarebbe caduta prima di raggiungere la Germania", osserva Anselmo. "Ma il passaggio sulla Germania visto dai radar alle 8,04 italiane è un dato certo. Di conseguenza - rileva - la stima degli Usa è sicuramente sbagliata, può darsi che venga corretta successivamente". Senza contare che, sempre in un tempo successivo a quello indicato dalla Us Space Force, c'è stato un avvistamento anche dal Perù. Un altro fatto è che dopo il passaggio delle 8,04, non ne è avvenuto un altro a distanza di un'ora e mezzo, ossia il tempo necessario a percorrere un'orbita.
"Quindi la sonda deve essere caduta da qualche parte durante dell'ora e mezza - dice Anselmo - e tutte le stime di Eu-Sst, Roscosmos e Aerospace Corporarion convergono su orari compresi fra le 8,24, le 8,29 e le 8,37 italiane. La stima della caduta al largo di Sumatra potrebbe essere realistica, ma resta pur sempre una stima". Secondo Anselmo contraddizioni come queste non sono infrequenti e nei prossimi giorni potranno esserci stime più precise.
Bisogna inoltre considerare che negli ultimi minuti della sua traiettoria la velocità della sonda è probabilmente diminuita a cause dell'attrito conl'atmosfera terrestre, passando da 27mila a qualche centinaio di chilometri orari e causa di altri fattori come l'effetto di eventi solari, variazione della gravità terrestre, la stessa forma stessa dell'oggetto.
Adesso, solo eventuali testimonianze dirette e verificate potrebbero indicare il reale punto di caduta della sonda, che potrebbe aver terminato la sua corsa anche a migliaia di chilometri di distanza dall'area di stimato ingresso nell'atmosfera.
Fotografato l'ultimo passaggio sull'Italia
La sonda sovietica Kosmos 482 è stata fotografata dall'astrofisico Gianluca Masi durante l'ultimo passaggio sull'Italia, avvenuto prima dell'alba.. "La ripresa - dice Masi - è stata ottenuta da Roma, poco prima dell'alba: si notano la costellazione di Cefeo e, sulla sinistra, la Stella Polare" e Kosmos 483 "appare come una traccia che entra nell'immagine dall'alto, puntando poi verso l'angolo in basso a destra". Appare tratteggiata perché la somma di quattro riprese e "il fatto che ciascun segmento appaia di lunghezza diversa - osserva l'astrofisico - dipende dalla velocità angolare dell'oggetto, rapidamente variabile".

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