(di Paolo Algisi) Tim Brasil si è aggiudicata, assieme a Telefonica e Claro, il grosso delle licenze messe all'asta dal governo brasiliano per il 5G nel Paese sudamericano, nell'ambito di un programma che prevede il dispiegamento di circa 7,5 miliardi di euro di investimenti in cinque anni allo scopo di portare la tecnologia in tutti i tutti comuni con più di 30 mila abitanti e la fibra ottica in 530 città.
A valle della cerimonia di aggiudicazione, alla quale ha presenziato il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, il direttore generale di Tim, Pietro Labriola, ha incontrato la stampa carioca per ribadire come il Brasile sia "al centro del piano strategico" del gruppo, pur declinando domande sulla vendita della controllata e commenti sulla proposta di Kkr per Tim.
"Mi chiedono cosa cambia in Tim Brasile ora che ho anche la
direzione generale. La risposta è molto semplice: niente. Tim
Brasil continuerà sulla stessa traiettoria di oggi", ha detto
Labriola.
In Sudamerica Tim sarà affiancata da Huawei ed Ericsson.
Labriola ha promesso di portare il 5G nelle capitali brasiliane
prima della deadline del luglio 2022, fissata dall'Anatel,
l'authority locale, e si è impegnato a fare di Tim Brasil "il
miglior operatore mobile entro il 2023". Grazie al 5G il governo
brasiliano, ha detto il ministro delle Comunicazioni, Fabio
Faria, punta a dare accesso ad internet ai 39 milioni di
brasiliani che ancora ne sono esclusi.
Ma è sull'Italia che i riflettori restano puntati. Il 17
dicembre il cda di Tim potrebbe prendere una decisione sulla
proposta di Kkr, disponendo del lavoro istruttorio che sta
svolgendo il comitato guidato dal presidente Salvatore Rossi,
che si è assunto il compito di valutare, oltre all'offerta degli
americani, anche le opzioni strategiche alternative a
disposizione di Tim.
Sul fronte del business resta caldo il tema di Dazn, che sta
indebolendo i conti di Tim e ne minaccia la guidance, con il
rischio di una terza correzione al ribasso in meno di un anno.
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