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In Francia ministri divisi sulla nuova etichettatura Nutriscore

In Francia ministri divisi sulla nuova etichettatura Nutriscore

Da responsabile Salute ok, ministra Agricoltura è contraria

PARIGI, 12 marzo 2025, 16:19

Redazione ANSA

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La Francia compie un primo passo verso l'approvazione del nuovo Nutriscore, il sistema di etichettatura a semaforo storicamente divisivo tra i Paesi europei e ora anche tra ministri francesi. Citate dall'agenzia France Presse, fonti vicine alla ministra della Salute Catherine Vautrin (Lavoro, Salute, Solidarietà e Famiglia) annunciano la firma da parte di quest'ultima del decreto che punta all'introduzione del nuovo Nutriscore, ritenuto ancora più severo rispetto a quello precedente introdotto nel 2017.
    Per entrare in vigore, il dispositivo deve tuttavia ottenere l'avvallo di altri due ministeri (Economia e Agricoltura) e quest'ultimo pare al momento perplesso. "Il decreto ha bisogno della mia firma. Non ho ancora firmato. Non so quali siano i miei margini di manovra per correggere gli effetti negativi, ma sappiate che è una questione che sto studiando da molto vicino", ha dichiarato nei giorni scorsi in Senato la ministra dell'Agricoltura, Annie Genevard, bloccando così il decreto.
    Originaria del Doubs, feudo del formaggio Comté, Genevard ritiene, in particolare, che il Nutriscore danneggi prodotti ''notevoli'' del territorio francese e ''magnifici" insaccati.
    La ministra ''coccola le lobbies e se ne infischia della salute pubblica'', attacca l'associazione di consumatori Foodwatch, invitando l'esecutivo a ''seguire le raccomandazioni scientifiche invece che ascoltare solo interessi privati''.
    Concepito da specialisti dell'alimentazione, il Nutriscore venne introdotto in Francia nel 2017, sulla base del volontariato e in sei altri Paesi europei. Ma tra i 27 il tema è sempre stato molto divisivo. Con un sistema di valutazione che va dalla 'A', di colore verde, alla 'E', di colore rosso, il Nutriscore francese piace ai sostenitori per la sua immediatezza visiva ma è contestato dai detrattori per il suo essere troppo semplicistico e banalizzante sul contenuto nutrizionale degli alimenti. Per anni ha spaccato in due un continente alla ricerca di unità anche sull'etichettatura, attirando in particolare le critiche dei Paesi dell'Europa meridionale dal momento che prodotti tipici della dieta mediterranea come l'olio d'oliva, il parmigiano o il prosciutto vengono penalizzati con un colore che rispecchia un voto basso, come 'C' o 'D'.
   

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