La poesia improvvisata, intervallata dal canto a tenore, con le voci che sembrano giungere dal profondo dell'anima.
Suoni e polifonie dai richiami ancestrali.
Danno il benvenuto agli ospiti di una cena, tra
sapori di un tempo in un luogo dal fascino antico, "Sa Horte de
su poeta". È il nome dell'home restaurant di Vincenzo Palimodde,
storico ristoratore di Oliena, e sua moglie, chef Tonina, figlia
del compianto poeta Luigi Biscu.
Dagli antipasti a base di prosciutto e lardo, erbette del
Corrasi, carciofi, zucchine, ai piatti tipici di antichissima
tradizione, pasta di semola lavorata a mano, "maharrones de
busa", "prattu de cassa" con cinghiale, patate e erbette che
abbondano sui monti circostanti. Poi paneddas, pane tipico di
Oliena e carasau e l'immancabile Cannonau di Oliena, il Nepente.
A seguire semifreddi al cachi, liquirizia, fichi d'india,
arancia arrivano spicchi di Pompia, serviti su foglie di
arancia. Si chiude con i liquori al melograno e altri aromi.
Tutto arriva da produttori locali e il menu cambia ogni
settimana.
Tra pareti decorate con i versi scritti dal muralista Luigi
Columbu e arredi sardi, ecco il rito della vestizione dell'abito
di Oliena, curata dalla presidente del gruppo "Battos Moros"
Angela Fois. Indossato da Veronica Matta, presidente dell'
associazione "Sa Mata, l'Albero delle idee", ospite dell'evento,
si svela in tutta la sua bellezza: scialle, camicia, corpetto in
filo di seta ricamati da Carmen Tupponi, decana delle artigiane
di Oliena, Premio "Manos de Oro" 2021.
A parlare poi è la poesia di Bruno Agus, Nicola Farina e Dionigi
Bitti, superstiti di una cultura che rischia di scomparire.
Rallegrano e ammaliano i commensali coi versi accompagnati dai
tenores Francesco Mula, contra, Lorenzo Bardeglinu, mezza voce e
Giampietro Massaiu, basso. Danno vita a un alterco poetico con
le ottave in rima, frutto di una particolare vena creativa.
Versi "presi al volo", "a luche 'e luna", da gustare la sera,
nel silenzio. Richiedono particolare attenzione e una
comprensione specifica della parlata logudorese. "Poetare
significa usare la lingua sarda, valorizzarla, averne la
padronanza".
Vincenzo Palimodde tra una portata e l'altra spiega il senso del
progetto de "Sa Horte de su poeta". Versi profondi e anche
ironici allietano la serata. "La poesia improvvisata - commenta
- sembra purtroppo non vivere più i fasti di un tempo quando era
vera protagonista di ogni festa". Ascoltarla suscita emozioni e
visioni, anche in chi non ne coglie appieno il contenuto.
Accolto dall'atmosfera gioiosa, dall'incanto di suoni e ritmi
universali e dal calore degli olianesi, l'ospite di "Sa Horte
de su poeta" si sente a casa.
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