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Consorzio Chianti, 'regole rigide sull'origine delle uve'

Consorzio Chianti, 'regole rigide sull'origine delle uve'

Presidente Busi su Report: 'Comparto sano, non generalizzare'

ROMA, 23 dicembre 2024, 14:03

Redazione ANSA

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Consorzio Chianti,  'regole rigide sull 'origine delle uve ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Consorzio Chianti, 'regole rigide sull 'origine delle uve ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

- Un "comparto sano" quello del vino Chianti con "regole rigide sull'imbottigliamento e sull'origine delle uve". Ad affermarlo è il presidente del Consorzio Chianti Docg, Giovanni Busi, in merito alla puntata di Report in onda domenica sera su Rai3, e che anticipa documenti su presunte irregolarità nel settore.


    "Aspettiamo la trasmissione - dice Busi - per capire meglio i dettagli, ma il nostro impegno è sempre stato chiaro: il comparto del vino Chianti è sano e le nostre aziende lavorano con passione e rispetto delle regole". Negli ultimi dieci anni, sottolinea poi Busi "le aziende hanno investito tantissimo per migliorare la qualità, con rinnovamenti importanti nei vigneti e nei processi produttivi. Le mele marce possono esistere, ma non rappresentano l'intero settore, che continua a crescere e a portare nel mondo vini di grande valore". Il presidente invita quindi "a non generalizzare". "Il Chianti è sinonimo di eccellenza e tradizione, con regole rigide sull' imbottigliamento e sull'origine delle uve. Se ci sono irregolarità, è giusto che vengano fuori, ma non bisogna gettare ombre su chi lavora onestamente", evidenzia Busi.


    In dieci anni la percentuale di vigneti vecchi è passata dal 40% al 10% "a dimostrazione - continua Busi - che le aziende continuano a credere fortemente nella denominazione e nel suo futuro". E i numeri sono in crescita: "+26% di vendite di vino Chianti a novembre rispetto allo stesso mese del 2023" grazie al clima favorevole che ha consentito una produzione di alta qualità, riferisce il presidente del Consorzio Chianti Docg.


    L'estero rappresenta il 70% delle vendite complessive, con Usa e Canada in testa e l'Europa che "resta un pilastro strategico".
    "Segnali positivi - dice Busi - ma restiamo prudenti. Il caro energia e l'aumento dei tassi d'interesse comprimono i margini".
   

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