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ANSA/ Catturato in Libia Lolli, 'pirata' di Rimini Yacht

ANSA/ Catturato in Libia Lolli, 'pirata' di Rimini Yacht

Latitante dal 2010, era entrato nelle milizie ribelli

RIMINI, 03 novembre 2017, 19:52

Redazione ANSA

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(di Anna De Martino) Giulio Lolli, il 'pirata', o, come lui preferisce firmarsi su Facebook, 'Capt Karim', non si è mai veramente nascosto in questi sette anni di latitanza in Libia.
    Da martedì l'ex imprenditore nautico è in carcere, arrestato dalle autorità di Tripoli, ma solo qualche settimana fa sul suo profilo social dava consigli su come fermare le partenze dei barconi dei migranti verso l'Italia. Un sito web, che ha intitolato 'L'ultimo avventuriero', racconta la sua fuga, la latitanza e la ribellione al regime di Gheddafi. Questa volta, però, la bandiera da pirata, inseguito da due mandati di cattura internazionale spiccati dalla Procura di Rimini per associazione a delinquere, estorsione, truffe e falso, è stata ammainata, ma dalle autorità libiche. Il 29 ottobre infatti cinque uomini armati appartenenti alle forze speciali di deterrenza, denominate 'Rada' e dipendenti dal Ministero degli Interni libico, hanno sfondato la porta del suo appartamento per arrestarlo. Non è ancora chiaro quali siano le accuse contro il bolognese che fino al 2010 è stato tra i più noti venditori di imbarcazioni di lusso con la sua Rimini Yacht, poi fallita. Quando è stato arrestato, Lolli si trovava con la giovane araba che ha sposato a maggio. Sarebbe stata la donna a chiedere aiuto all'ambasciata italiana il giorno stesso: ha raccontato che a prelevare il marito sono stati in cinque, poi nessuna notizia. La cattura non sarebbe stata motivata con una formulazione ufficiale di accuse da parte del procuratore generale a Tripoli, Sousan Mohamed Al Naili, che ha però confermato la notizia alle autorità italiane dell'ambasciata. Pare che l'arresto non sia legato alla richiesta di estradizione inoltrata già nel 2011, ancora attiva, firmata dal Pm riminese Davide Ercolani. Ma fatti nuovi, su cui forse si capirà qualcosa di più nelle prossime ore. "Auspico che venga fatta chiarezza al più presto sui motivi per cui un cittadino italiano all'estero è stato privato della libertà", ha detto il suo avvocato, Antonio Petroncini, anche lui all'oscuro delle contestazioni.
    Il suo assistito è uomo pieno di risorse, fin da quando attraversò il Mediterraneo, a bordo di uno yacht, uno di quelli venduti due volte, truffando facoltosi acquirenti italiani.
    'Capt Karim' poi ha mostrato i suoi tanti volti, creando il suo personaggio e facendosi fotografare in giacca mimetica, basco militare ben calzato, viso segnato da combattente, una mano che alza due dita in segno di vittoria e l'altra che regge la bandiera libica. Ma anche vestito da guerrigliero, al timone di uno yacht da lupo di mare, nel deserto sul fuoristrada e bandana al collo. E dire che la giustizia italiana era riuscita a fermarlo nel 2011, a Tripoli, all'uscita di un hotel di lusso e, si vocifera, in compagnia di due belle donne. Allora furono servizi segreti, Interpol e accordi in vigore con il colonnello Gheddafi a far scattare le manette. Ma quando la Corte Suprema stava per dar corso alle richieste di consegna, finì per essere liberato dai ribelli, al fianco dei quali Lolli combatté "la battaglia decisiva di Bab Al Jazia contro il regime di Gheddafi", racconta nel suo sito. E mentre dava battaglia in Nord Africa, sfidava la giustizia italiana, dove ha ancora aperti vari procedimenti. "Attualmente stiamo procedendo a processare un latitante", ha detto oggi il pm Ercolani, in attesa della prossima udienza, fissata per il 16 gennaio.
   

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