Confronto negli Stati Uniti tra i professionisti del Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, gli esperti della Northwestern University di Chicago e del Minneapolis Veterans Affairs Health Care System. Un team emiliano è volato negli Usa per un confronto su uno studio scientifico comune in ambito protesico, in particolare su due tecniche di presa d'impronta: tradizionale e in sospensione idrostatica. Una collaborazione internazionale volta a declinare i concetti dell'industria 4.0 anche nell'ambito della tecnica ortopedica.
L'invasatura - ovvero l'elemento di raccordo della protesi con l'arto amputato del paziente - è considerata la parte più importante di una protesi perché di fatto è l'interfaccia con la persona. Se non è adeguata può causare lesioni e dolore, portando a una minore accettazione della protesi e a una riduzione di autonomia nelle attività di vita quotidiana.
Un'invasatura personalizzata, che si adatti perfettamente alle caratteristiche del singolo paziente è quindi un requisito fondamentale per il successo del trattamento protesico-riabilitativo. Per questo è nato nel 2019 il progetto di partnership italo-americana, finanziato dal Dipartimento della Difesa Usa con quasi due milioni e mezzo di dollari, di cui 777.925 destinati al Centro Inail.
In questi giorni nella sede del Veterans Affairs di Minneapolis si sta svolgendo un incontro di verifica tecnica tra i team per valutare i dati fin qui raccolti e pianificare le successive fasi. Lo studio si propone di confrontare la tecnica tradizionale con rilevamento manuale delle misure e prese d'impronta con calco gessato con l'innovativa tecnica di presa d'impronta in sospensione idrostatica.
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