"E se avessimo sbagliato tutto? Se la memoria avesse bisogno di essere cantata in un altro modo intorno al quale non ci siamo mai realmente interrogati? E se invece fosse l'oblio a portare la luce? E un paese ci vuole davvero?": da queste domande parte la riscrittura scenica di Luigi D'Elia e Roberto Aldorasi de "La luna e i falò" di Cesare Pavese, al debutto in prima nazionale al Teatro Comunale Laura Betti di Casalecchio di Reno, nel bolognese, il 25 febbraio alle 21.
Luigi D'Elia riscrive e interpreta il capolavoro della letteratura del Novecento, in un nuovo allestimento visionario.
Dopo molti anni di lavoro sul racconto della natura, l'artista pugliese sposta il fuoco sull'umano, sulla ricerca interiore, sulle domande pressanti che hanno a che fare con il ricordare, con la memoria, privata e collettiva, approdando alla sua prima vera opera come autore.
"Ne La luna e i falò, Cesare Pavese coglie il frutto aspro e maturo del tema di tutta una vita, - scrive il regista Roberto Aldorasi - quello del ritorno sui luoghi che da sempre sono i nostri e che, per poter vivere, siamo costretti a fuggire. In questo tempo di grandi cambiamenti e domande, collettive e private, sui temi delle origini, delle identità, del passato e delle patrie, desideriamo fare tesoro di un'apertura e osare attraversarla con coraggio e con il caro, carissimo, Cesare Pavese. Come se lo incontrassimo per la prima volta. Qui e oggi". Dopo lo spettacolo, gli artisti dialogheranno con la responsabile del Teatro Laura Betti Cira Santoro, con Roberta Gandolfi, docente di Discipline dello spettacolo all'Università di Parma, Pierluigi Vaccaneo, direttore Fondazione Cesare Pavese e con alcuni studenti del Liceo Leonardo da Vinci di Casalecchio di Reno. Modera Michele Pascarella, critico e ricercatore teatrale.
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