Si è concluso, con una pronuncia di assoluzione per alcuni reati e proscioglimento per prescrizione per altri, il processo a carico di dieci imputati e tre società davanti al tribunale di Bologna accusati a vario titolo di induzione indebita, falso e truffa. Si tratta di una vicenda partita da un'indagine della Procura di Ravenna in relazione a presunte "mazzette" sui lavori in appalto da Hera e che coinvolgeva, in questo filone, un direttore di cantiere per conto della multiutility e alcuni imprenditori o dipendenti di tre aziende coinvolte. Hera era costituita parte civile.
L'inchiesta partì quando, ad aprile 2014, un imprenditore si presentò alla Guardia di Finanza di Faenza dicendo di essere stato obbligato, nel 2006, a consegnare soldi, tre chili di tartufi e un livellatore laser altrimenti avrebbe avuto problemi nel le certificazioni di qualità di lavori appaltati da Hera.
Nel 2018 due dipendenti Hera finirono ai domiciliari, tra cui Roberto Gambetti. Quest'ultimo è l'unico ad essere condannato, a Ravenna, per due contestazioni, a quattro anni e due mesi, e la sentenza è stata appellata. Una costola dell'indagine venne trasmessa davanti alla Procura di Bologna e all'udienza preliminare il Gup pronunciò sentenza di non luogo a procedere per alcune posizioni, dispose la trasmissione a Ravenna per competenza territoriale per tre imputati (il processo è in corso) e il rinvio a giudizio per altri dieci e tre società: Idroltec, Cism e Elio Zini Srl.
Ieri nel tardo pomeriggio la prima sezione penale (presieduta dal giudice Masimiliano Cenni) ha assolto gli imputati per condotte di truffa a falso mentre li ha prosciolti per la prescrizione delle ipotesi di induzione e altri falsi. "La pronuncia di ieri, che segue la richiesta di assoluzione con formula piena fatta dal pubblico ministero per i nostri assistiti, rende giustizia ad un operatore economico il cui modus operandi è sempre stato improntato alla correttezza ed osservanza delle norme", dicono gli avvocati Patrizio Orlandi e Simone Zambelli, difensori dei dirigenti della Elio Zini Srl e della società. Gli altri imputati erano difesi dagli avvocati Aldo Meyer, Massimo Leone, Eleonora Ciliberti, Guido Camera.
Parte civile per Hera, l'avvocato Tommaso Guerini, mentre l'accusa era rappresentata dal pm Elena Caruso che aveva chiesto condanne fino a quattro anni per quattro imputati.
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