Quattro concerti attraverso gli
echi delle musiche del Mediterraneo, accostando il repertorio
classico alle affascinanti tradizioni dei popoli che si
affacciano sul Mare Nostrum, il "mare che unisce ciò che la
terra divide": è l'ottava edizione di Mico - Bologna Modern, il
Festival per le musiche contemporanee proMosso da Musica
Insieme, in programma a Bologna dall'8 al 29 novembre.
Si parte dalla Spagna, alle 20.30 all'Oratorio di San Filippo
Neri, con un originale connubio di musica e danza che vedrà
impegnati un giovane pianista e una bailaora flamenca: Axel
Trolese, perfezionatosi fra gli altri con Louis Lortie, Maurizio
Baglini e Benedetto Lupo, e Marta Roverato, vera e propria
ambasciatrice del flamenco, che insieme alle note di Mompou,
Albéniz e de Falla racconterà la "voce dell'anima" dei popoli
gitani che hanno attraversato il Medio Oriente e il
Mediterraneo.
Il viaggio continua IL 18 novembre sempre alle 20.30, con la
voce di Aeham Ahmad, il "pianista delle macerie", celebre la sua
foto al pianoforte in un campo profughi siriano di Yarmouk, che
racconta storie di popoli per i quali il Mediterraneo
rappresenta una via di fuga verso la libertà, ma che troppo
spesso vi trovano la morte in mancanza di mani tese a
raccoglierli e ad accoglierli. Affiancato dalle percussioni di
Ahmad Rashid, Ahmad unisce tradizione europea e nordafricana in
un sound ammaliante e travolgente.
Il concerto del 25 novembre è realizzato in collaborazione
con il Teatro del Baraccano, che ospiterà un programma
brillante, vivace e ritmico: Giambattista Giocoli, infatti,
dirigerà il suo ensemble in un ricco repertorio di estrazione
popolare e folkloristica, da L'Histoire du soldat di
Stravinskij, a L'Opera da tre soldi di Weill, per concludersi
con le Danze rumene di Bartók.
Bologna Modern si concluderà il 29 novembre al San Filippo
Neri con il quintetto Ichos Percussion, nato nel 2016, che
porterà sul palco il ritmo e la vitalità dei popoli
mediterranei, unendo tamburelli baschi e rituali africani,
improvvisazioni ispirate al genio di Keith Jarrett e brani di
Philip Glass e John Psathas, divenuti classici di un repertorio
pieno di fascino e ancora tutto da scoprire.
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