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Successo di cortesia a Bologna per 'La fanciulla del West'

Successo di cortesia a Bologna per 'La fanciulla del West'

Opera western di Puccini ha inaugurato la stagione del Comunale

BOLOGNA, 25 gennaio 2025, 09:16

Redazione ANSA

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Tra applausi di cortesia e paillettes calmierate (anche se l'eleganza non è mancata), Bologna e il suo Teatro Comunale hanno consumato ieri sera il rito dell'apertura della stagione d'opera, in una sala esaurita e tanti ospiti locali. Il titolo, 'La fanciulla del West', è ancora una volta inconsueto (quasi una tradizione sotto le Due Torri) e mai è entrato davvero nel cuore dei melomani, nonostante il nome del suo autore sia quello di Giacomo Puccini, uno dei compositori più amati ed eseguiti al mondo. E a niente è valso averne affidato la realizzazione all'esperienza di un trio di fuoriclasse come il direttore Riccardo Frizza, il regista Paul Curran e il soprano Carmen Giannattasio, tutti però al debutto in quest'opera, da sempre poco rappresentata.
    Un lavoro (nato nel 1910 per il Metropolitan di New York, protagonisti Caruso e Toscanini) nel quale Puccini si muove su un doppio binario, abbandonando da una parte, e definitivamente, quel che era rimasto del verismo, e aprendosi dall'altra alle sperimentazioni del neonato espressionismo europeo (Debussy, ma non solo), che poi diverranno evidenti nel Trittico e, soprattutto, in Turandot. Del resto, l'autore dell'ultima messa in scena bolognese di Fanciulla nel 1989, il compositore e regista Sylvano Bussotti, amava ripetere di aver "imparato Puccini attraverso lo studio delle partiture di Schoenberg", compositore caro a Puccini.
    Il Comunale Nouveau, luogo dove da due anni la Fondazione bolognese realizza le sue stagioni d'opera per permettere la ristrutturazione della sede storica di piazza Verdi, ha ospitato un nuovo allestimento abbastanza "western" e in cinemascope, ma tutto sommato di stampo tradizionale: dopo l'ambiente rustico della locanda dei minatori e la casetta lignea di Minnie, il terzo atto trasforma la foresta in una struttura avveniristica che rimanda e a tratti ricorda la Bologna turrita. In questi ambienti, Curran ha fatto muovere i protagonisti, i tantissimi comprimari e il coro con ordine e senza particolari scompensi.
    Riccardo Frizza, celebre donizettiano, ha affrontato la sua prima Fanciulla del West in crescendo raggiungendo l'apoteosi nel secondo atto, quello in cui Minnie non esita a "barare" a poker pur di salvare la vita all'uomo che ama, il bandito redento Johnson.
    E' qui che Puccini raggiunge uno dei punti più alti nell'orchestrazione, e Frizza ne sottolinea giustamente la tensione drammatica. Carmen Giannattasio è interprete di razza, disegna una Minnie (prima femminista all'opera!) volitiva, musicalissima, ma ancora distante da quella Tosca, suo cavallo di battaglia, della quale un anno fa fu magnifica interprete, proprio a Bologna. Uno dei tenori più in forma di questi ultimi tempi, Angelo Villari è stato un bandito dall'indubbia capacità espressiva, interprete sensibile di una splendida "Ch'ella mi creda libero...", l'unica vera aria di Fanciulla che però arriva solo a metà del terzo atto, quando la vicenda volge al termine.
    Una certezza il cattivissimo sceriffo del baritono Claudio Sgura. Interpreti eccellenti, assieme al foltissimo gruppo di comprimari, che hanno dato il giusto risalto a quanto richiesto da Puccini, anche grazie alla prova straordinaria del coro (preparato da Gea Garatti) e dell'orchestra, la vera protagonista dell'opera.
   

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