BRUXELLES - "Il tempo delle illusioni è finito. E' l'ora del coraggio, è l'ora del riarmo". Ursula von der Leyen, davanti ad una Plenaria dell'Eurocamera a Strasburgo, ha ribadito un concetto che è diventato ormai un pilastro a Palazzo Berlaymont: con l'America di Donald Trump e un vicino "ostile e di cui non ci si può fidare" come Vladimir Putin l'Europa non ha alcuna alternativa se non quella di una corsa al riarmo che, sul piano finanziario, resta avvolta dagli interrogativi. Era un passaggio delicato quello della presidente della Commissione in Aula. Perché la mossa dell'esecutivo Ue non ha convinto tutti. E ha spinto le opposizioni ad alzare il livello della protesta. Il leader del M5S Giuseppe Conte è volato in Alsazia e, assieme a 48 parlamentari pentastellati, ha inscenato una protesta plateale riassumibile in un concetto: la contrarietà assoluta all'escalation militare.
Sul riarmo Ue le partite politiche europee e quelle interne si incrociano pericolosamente. A Strasburgo la maggioranza che ha votato per von der Leyen, nonostante più di un malumore, ha scelto di appoggiare con una risoluzione ad hoc,il piano RearmEu. Il testo sarà votato mercoledì ma la compattezza della maggioranza europeista (Ppe, Socialisti, Renew e Verdi) è tutta da verificare. Ed è una maggioranza alla quale potrebbe aggiungersi buona parte di Ecr, meloniani in testa. Tra i Socialisti resta l'interrogativo del Pd, che si avvia alla votazione con la zavorra di una probabile spaccatura. Divisioni che potrebbero coinvolgere anche i Greens, con la delegazione italiana già pronta al no. Il Ppe - Foza Italia inclusa - sostiene la corsa al riarmo dell'Ue ma Manfred Weber, parlando in Aula, non ha mancato di bacchettare la sua collega di partito, definendo "un errore", da parte di von der Leyen, il ricorso all'articolo 122 che permette alla Commissione di bypassare l'Eurocamera. "Abbiamo bisogno di velocità, di raccogliere denaro, di prestarlo agli Stati membri", ha da parte sua osservato von der Leyen promettendo che aggiornerà costantemente l'Aula. Sul RearmEu, a compattarsi sono state le opposizioni. A salire in trincea, a Strasburgo è stato Conte. L'ex premier ha prima esposto, fuori dall'Eurocamera, un grande striscione con la scritta: "Basta soldi per le armi". La delegazione M5S ha poi mostrato in Aula dei manifestini con su scritto: "Più sanità meno armi", "No al Rearm Eu". "Ci sta portando verso una economia di guerra, non voteremo la proposta di Von der Leyen che ha recuperato la sua dimensione passata, quella bellica", ha sottolineato Conte.
Poco dopo, l'ex premier ha incrociato la presidente della Commissione. I volti erano sorridenti, i toni fermi. "Continueremo a fare una forte opposizione, saremo più forti di te", ha detto Conte sorridendo. "Lo vedremo", ha replicato von der Leyen. Un portavoce della Commissione, commentando l'accaduto, ha nettamente derubricato lo scambio: "E' stato un incontro del tutto casuale, non c'è altro da dire...". Attorno al blitz di Conte, nel frattempo, si è raccolto il gruppo delle Sinistre. Dall'altra parte, altrettanto netta è l'opposizione della Lega. "Sul riarmo nella maggioranza abbiamo idee diverse, ma nessuna crisi di governo", ha spiegato Roberto Vannacci. Sul dossier von der Leyen non farà passi indietro, forte anche dell'appoggio degli Stati membri. I pilastri degli 850 miliardi del piano restano la clausola di salvaguardia nazionale, i prestiti Ue del programma Safe, l'opzione per i governi - "volontaria", ha precisato von der Leyen - di usare i fondi di Coesione. Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, parlando anche lui in Aula, ha sottolineato come il RearmEu "permette spese sia nella difesa che nel sociale", provando così a tendere una mano a chi, come il Pd, nei Socialisti propende per non votare la risoluzione.
La delegazione Dem, in serata, è tornata a incontrarsi per valutare il da farsi. L'impressione è che la pattuglia dei contras potrebbe assottigliarsi, con Nicola Zingaretti che, nel pomeriggio, ha avuto anche un faccia a faccia con il commissario alla Difesa Andrius Kubulius. Ribadendo le ragioni del Pd ma non chiudendo le porte alla principale iniziativa dei primi 100 giorni di Ursula.
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