BRUXELLES - Un bambino e bambina su tre e più di 1 donna su 4 vivono in Paesi in cui i diritti umani non sono sufficientemente rispettati e implementati; sono stati fatti progressi per la salute infantile, mentre il diritto all'istruzione non ha visto significativi miglioramenti dalla pandemia. E in generale, interpellati direttamente, ancora troppi bambini e bambine nel mondo affermano di non essere felici. È una fotografia a luci e ombre quella del ChildFund Alliance World Index, precedentemente pubblicato come WeWorld Index da WeWorld, membro italiano della rete globale ChildFund Alliance, che misura le condizioni di vita di donne e bambini/e in 157 Paesi, valutando la promozione, l'esercizio e la violazione dei loro diritti. La ChildFund Alliance raggruppa 11 organizzazioni umanitarie, raggiungendo 30 milioni di persone in 70 Paesi. L'Index, presentato oggi per la prima volta in Europa a Bruxelles, presenta una classifica globale dei 157 Paesi in base all'attuazione dei diritti delle donne e dei bambini/e, e un focus tematico: per il 2024 la ricerca si concentra sul diritto delle giovani generazioni ad avere un futuro (diritto di vivere in un mondo che offra opportunità eque e sostenibili per la loro crescita, benessere e sviluppo), riportando le voci di 10.000 bambini, bambine e adolescenti di 41 Paesi sulle loro paure, aspettative e speranze. Oltre agli interventi di importanti figure istituzionali, tra cui l'eurodeputata del Pd Cecilia Strada e Bertrand Bainvel, rappresentante dell'UNICEF presso le Istituzioni dell'UE e Direttore dell'Ufficio delle Partnership, e Adel Anna Sasvari, responsabile delle politiche per i diritti dell'infanzia, DG Partnerships Internazionali, Commissione Europea, l'evento ha incluso anche la proiezione di due brevi film: il primo ha illustrato l'azione di WeWorld in Tanzania, mentre il secondo è stato un corto animato inedito intitolato Amal, realizzato da WeWorld e Factanza e finanziato da ECHO - Direzione generale per la Protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee per sensibilizzare sui diritti e sul futuro dei bambini e delle bambine. Il corto narra la storia di Amal, una bambina siriana che ogni giorno si sveglia per andare a scuola, nonostante le difficoltà che affronta appena esce di casa. La sua quotidianità racconta una storia più grande: quella di tanti bambini e bambine che, ogni giorno, cercano di riappropriarsi dei loro sogni e del loro futuro in un contesto dove l'educazione è una speranza che ancora resiste.
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