"Spero che vinceremo e che
Cristiano Ronaldo mi regali la sua maglia". Khvicha
Kvaratskhelia affronta con un sorriso, ed esprimendo un
desiderio, la vigilia della sfida con il Portogallo, decisiva
per la 'sopravvivenza' della Georgia agli Europei. La nazionale
del ct Willy Sagnol, che di Ronaldo è stato avversario, proprio
in Germania, nella semifinale dei Mondiali del 2006, è ultima
nel Gruppo F dopo la sconfitta per 3-1 contro la Turchia e il
pareggio per 1-1 contro la Repubblica Ceca, ma una vittoria
domani contro il Portogallo la qualificherebbe agli ottavi di
finale.
Sarebbe clamoroso, ma 'Kvara' non ci pensa: "non sono in ansia
perché è sempre stato un mio sogno - rivela - giocare contro
Cristiano Ronaldo. Sì, spero che vinceremo e che Ronaldo mi
regali la sua maglia". "Sarà una partita difficile - continua -
ma, psicologicamente siamo più motivati ;;del Portogallo visto
che loro sono già qualificati. Pensate solo che molte persone
pensavano che non ci saremmo qualificati per l'Europeo e invece
eccoci qui: tutto è possibile, e anche se hai l'1% di
possibilità, devi sfruttarla. Cercheremo di scrivere un'altra
pagina nella nostra storia".
Secondo il 23enne esterno del Napoli, in Germania La Georgia
"ha dimostrato di non essere venuta per fare del turismo. Quanto
a me, non ho ancora mostrato il meglio di me stesso e spero di
farlo contro il Portogallo".
Il ct Sagnolsi aspetta "una partita difficile", ma ritiene che
questa "non è una missione del tutto impossibile. Se ci fosse
anche una piccola possibilità di qualificarsi - sottolinea -,
potete star certi che i miei giocatori faranno di tutto per
farcela. Essere qui è già una vittoria, e poi abbiamo dimostrato
che meritiamo di partecipare". Ma Sagnol è rimasto molto
infastidito dalle critiche rivoltegli dai media georgiani e sui
social, prima e durante il torneo, in particolare sulle scelte
riguardanti Georges Mikautadze e Budu Zivzivadze in attacco.
"Vengo insultato ogni giorno da alcuni idioti per motivi che non
c'entrano niente con il calcio - dice Sagnol -. Non posso più
accettarlo. Faccio l'allenatore, nient'altro e chi gioca o chi
non gioca, è una mia decisione".
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