Donaldo I fa il suo ingresso sul
palcoscenico mentre una gigantografia di una statua della
Libertà incita troneggia, proiettata su un maxischermo alle sue
spalle. Flavio Furian, un po' Trump un po' papa, con la mitra e
il mantello rosso annuncia che coltiverà pomodori su Marte, i
già famosi san marziani; sfiora l'eresia quando anticipa una
Eucaristia composta di ostia e ketchup. Lo scatenato comico è
stato uno dei protagonisti, ieri sera al Teatro Miela,
dell'ultima serata della stagione del Pupkin Kabarett, dal
titolo beckettiano 'Finale di partita'.
Alternati dai raffinati motivi della "Niente Band" (Riccardo
Morpurgo al pianoforte, Flavio Davanzo alla tromba e Paolo
Muscovi alla batteria), sul palco si sono esibiti la brava
cantante Elisa Gellici e il "capocomico" e conduttore dello
spettacolo Sandro Mizzi che ha impersonato gli affezionati ruoli
del poeta, del commentatore triestino distaccato e cinico, e il
marito in eterna crisi di coppia con la moglie (Laura Bussani).
Tutto in salsa triestina obbligatoriamente, elemento che come
sempre dà allo spettacolo un senso di calore, di semplice
familiarità.
Il duo Buongiorno Mike ha fatto una scherzosa intervista
all'assessore Giorgio Rossi mentre Furian è tornato sul palco
dapprima nella veste del manager del Casino de Buje ipotizzando
di mettere slot machine nel confessionale e parlando di un
ipotetico poeta ispanico-furlan,
Pablo de Ruda, e poi del noto Comandante Ernesto de Melara che
compatte per la libertà del Cubo insieme con Fidel Carso.
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