Ben 120 faldoni con diversissimi
testi, di cui 60 regie, 30 copioni teatrali, foto di sala, di
scena, recensioni, corrispondenze con gli autori delle opere; e
poi 300 sceneggiature, adattamenti radiofonici e televisivi,
oltre naturalmente alle sceneggiature di Montalbano. E' il
"tesoro", sintetizzato da Antonio Sellerio, del Fondo Camilleri,
che apre il 7 giugno a Roma.
Nell'archivio ricostruito grazie all'impegno delle tre figlie
- Andreina, Elisabetta, Mariolina - e di una archivista, sono
custoditi anche un centinaio di poesie, per lo più inedite, 40
racconti sul teatro, interventi a convegni e 5/6 romanzi
appuntati a mano. E inoltre: corrispondenze personali con
editori, con esponenti di cultura come Orazio Costa, Vitaliano
Brancati, Primo Levi, Leonardo Sciascia, Raffaele La Capria,
Angelo Ripellino, tanto per fare dei nomi.
Per Sellerio questo testimonia un fatto: "Andrea Camilleri
prima che arrivasse al successo, era già un personaggio centrale
della cultura italiana". La "vera rilevanza è il fatto che
spazza via l'idea che a 75 anni Andrea Camilleri sia spuntato
come un fungo".
Infine, la corrispondenza familiare, dal suo arrivo a Roma e
l'inizio sua carriera, la prima regia.
"E' un regalo alla cultura e agli italiani", commenta il
ministro Dario Franceschini. "Un meraviglioso dono fatto a Roma
e a tutti gli appassionati della letteratura di Camilleri", per
il sindaco Roberto Gualtieri. "Non capita spesso, non negli
ultimi anni, che si siano intellettuali con questo reciproco
rapporto d'amore con pensiero critico da un lato e grandissima
popolarità dall'altro", sottolinea il presidente della Regione
Lazio, Nicola Zingaretti.
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