La profilazione e il cyberbullismo,
le app e i social media, il revenge porn, il web dalla memoria
"senza fine", e ancora i cookies, le password sicure e quelle
no, gli smartphone, il valore dei dati che sceglie di
condividere e ma soprattutto la consapevolezza delle proprie
azioni in un ambiente digitale: sono alcune delle parole e dei
temi che questa mattina sono risuonati al Teatro Argentina di
Roma in occasione dell'evento "Privacy First! dalla parte dei
giovani", che conclude le celebrazioni per i 25 anni del Garante
per la Protezione dei Dati Personali in Italia. Di fronte a una
platea molto reattiva e affollata principalmente di studenti -
oltre 500 - delle scuole di secondo grado della Capitale (ma tra
i presenti anche esponenti di istituzioni, associazioni di
consumatori e per la tutela dei minori), l'Autorità presieduta
da Pasquale Stanzione ha scelto di raccontare la sua lunga
storia di impegno al fianco delle persone con un evento di
condivisione e confronto, optando per la formula agile e
partecipata dei "Ted talks" intervallati da alcuni video
informativi. "La nostra Autorità non è una struttura statica, ma
dinamica", ha ribadito il Garante Stanzione, rivolgendosi ai
ragazzi non per dare consigli, ma per esortarli "a non diventare
schiavi delle tecnologie: bisogna dominarle non esserne
dominati. I pericoli sono tanti, serve una formazione perenne e
progressiva e un uso consapevole degli strumenti digitali".
Oltre ai membri del Collegio del Garante (Ginevra Cerrina
Feroni, Agostino Ghiglia, Guido Scorza), tra gli ospiti anche la
filosofa Maura Gancitano, il giornalista Raffaele Angius, lo
scrittore Pietro Grossi e il giovane sacerdote e influencer Don
Alberto Ravagnani. Al termine della mattinata l'Autorità ha
annunciato anche il concorso riservato alle scuole per diventare
"ambasciatori della privacy" attraverso uno spot che promuova la
protezione dei dati sensibili.
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