''Un viaggio nell' oscurità al
termine del quale diventa chiaro che la vera conoscenza non può
essere soltanto ideale e concettuale ma passa attraverso l'
interazione, la condivisione e il confronto con gli altri''.
Simon Stone, regista d' opera australiano pluripremiato e tra i
più ricercati della scena contemporanea, riassume così il senso
del Mefistofele che il 27 novembre segna il suo debutto in
Italia con l' inaugurazione della Stagione 2023-2024 del Teatro
dell'Opera di Roma. Il monumentale dramma di Arrigo Boito vedrà
sul podio Michele Mariotti, direttore musicale della Fondazione
della Capitale, con un cast internazionale che comprende il
basso canadese-americano John Relyea nel ruolo del titolo, il
soprano italiano Maria Agresta nella parte di Margherita/Elena e
il tenore americano Joshua Guerrero in Faust. Ciro Visco dirige
il Coro al quale si affianca il Coro di voci bianche del
Teatro. ''Per comprendere quest'opera - ha spiegato Stone, -
bisogna ragionare sull' idea di peccato e di purezza. Faust
passa la vita a inseguire l' ideale di purezza fino al momento
di confrontarsi con la parte più corrotta di sè''. Mefistofele
- ha tenuto a precisare - ''è una denuncia urlata contro il
populismo. Incarna il peggio dell' essere umano, è egoriferito e
totalmente disinteressato alla comunità che Boito fa parlare
attraverso il coro. Le arie del coro sono le più belle di tutta
l'opera''. Mefistofele come sfida dell' uomo ai propri limiti,
tra il satanico e il sublime, alla ricerca di un equilibrio tra
i due estremi e, aggiunge Stone, di una ''seconda possibilità:
tornando giovane Faust scopre che cosa sarebbe successo se
avesse fatto scelte completamente diverse''.
Michele Mariotti, alla sua seconda apertura di stagione dell'
Opera di Roma, affronta per la prima volta il capolavoro del
compositore padovano, autore anche del libretto, ''E' un' opera
che coinvolge in modo totale tutti noi - ha osservato -. E' l'
uomo come archetipo, con i suoi valori psicologici atemporali e
le sue pulsioni eterne, che si esplica nel dualismo bene-male.
Non c' è un filo unico, il suo bello è la frammentazione, la
pluralità di linguaggi e di stili. E' un meraviglioso viaggio
verso l' utopia''.
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