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Lala nei labirinti burocratici delle seconde generazioni

Lala nei labirinti burocratici delle seconde generazioni

Nel film premiato di Ludovica Fales la storia di giovani rom

ROMA, 29 gennaio 2024, 15:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Lala è nata in Italia ma da sempre vive con l'incubo della cittadinanza che non arriva, è figlia di rifugiati del conflitto nella ex Yugoslavia e anche se aiutata dai servizi sociali, la sua è una lotta nei labirinti della burocrazia comuni alle cosiddette seconde generazioni.

In più è rom, con tutto quello che socialmente significa per questa minoranza etnica in Italia non riconosciuta.

Lala da il titolo al film di Ludovica Fales, che ha appena avuto il premio Corso Salani a Trieste ed è in alcuni cinema in tutta Italia accompagnato da regista e protagonisti, dopo una premiere a Roma con il concerto di Assalti Frontali (feat. Luca D'Aversa) che per il film hanno composto la special track musicale 'Lala il mio nome è Lala'. Il film racconta storie vere, personali e allo stesso tempo simboliche di quello che significa oggi per giovani intorno ai 18 anni vivere senza cittadinanza essendo cresciuti nei campi e spesso senza i documenti dalle famiglie d'origine fuggite dalla Bosnia. Con attori non professionisti e attraverso una sorta di laboratorio anche durante le riprese alla ricerca della verità oltre la recitazione, il film con un team tutto di donne è una produzione Transmedia (Italia) e Staragara (Slovenia) sviluppato da Biennale College Cinema. Il progetto di Fales è cominciato 10 anni fa quando ha incontrato Zaga, una ragazza nata e cresciuta in un campo nella periferia est di Roma, dove è andata anche a scuola. Quando, dopo vari tentativi di ottenere i documenti ha capito, allo scoccare della maggiore età, che la sua pratica non sarebbe andata a buon fine, è partita clandestinamente per raggiungere la Serbia dove ha potuto ottenere la cittadinanza della sua famiglia d'origine e tornare in Italia per fare richiesta di permesso di soggiorno permanente, al momento ancora non arrivato. Nel film ci sono lei (Zaga Jovanović) in una sorta di specchio con la protagonista Lala interpretata da Samanta Paunković (che invece da poco ha ottenuto la cittadinanza italiana e ha avuto una bambina) e Rahma una ragazza siriana interpretata da Ivana Nikolić che vive ora in Germania con suo marito serbo, insegna danze rom, è un'attivista ed è diventata autrice teatrale e performer.
   

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