Hanno chiesto un immediato incontro con l'azienda e martedì pomeriggio si riuniranno per decidere unitariamente le azioni da intraprendere le segreterie di Fiom, Fim e Uilm di Genova e l'rsu dopo l'avvio da parte di Acciaierie d'Italia di una nuova procedura di cassa integrazione ordinaria per tutti i dipendenti dello stabilimento di Genova Cornigliano.
La lettera, inviata ieri, avvia la procedura di cigo (avendo esaurito la cosiddetta cassa Covid) per 13 settimane a partire dal 28 giugno, per tutti i 981 dipendenti dello stabilimento di Genova, giustificandola con la produzione a regime ridotto del materiale grezzo nello stabilimento di Taranto. "Rifiutiamo di far fare ai lavoratori altra cassa integrazione in un momento in cui tutto il mondo chiede più acciaio e non facciamo altro che leggere su giornali e siti di settore che manca la latta" dice il segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro. Non solo: "Riteniamo che ci siano anche forti dubbi di legittimità sull'utilizzo della cassa ordinaria, che può essere chiesta o per motivi legati a crisi di mercato o per eventi eccezionali. E di questo in particolare vogliamo chiedere conto al ministero del Lavoro: è legittimo utilizzare in questo modo i soldi dell'Inps?". Proprio il ministro del lavoro Andrea Orlando aveva fissato per stamattina una visita nello stabilimento di Cornigliano e un primo confronto con i sindacati ma l'incontro è poi slittato alla prossima settimana. Quello che appare chiaro è che i sindacati, se il confronto con l'azienda, non ancora fissato non porterà a un ripensamento sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali, sono pronti a tornare in piazza.
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