Anche a Genova sit-in di protesta
davanti al Palazzo di Giustizia organizzato a livello nazionale
dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e UilPa. I lavoratori si sono poi
incontrati in assemblea. Al centro delle rivendicazioni la
carenza di organico e le condizioni economiche. Per Fp Cgil Cisl
Fp e UilPa la carenza di organico a Genova è di circa il 40 per
cento medio su tutti gli uffici. "E' una situazione drammatica
che coinvolge tutto il personale: Procura della Repubblica,
Tribunale, Giudice di Pace, Tribunale dei Minori e ufficio di
Sorveglianza. La situazione è peggiorata con la riforma
Cartabia", si legge in un comunicato congiunto.
Per Luca Infantino Segretario Generale Fp Cgil Genova "Il
problema della giustizia è investito principalmente da due
ambiti: quello degli organici e le questioni legate al
contratto. La nostra priorità è rilanciare il pubblico impiego
che complessivamente è carente di 500 mila unità a livello
nazionale. Per rilanciare il servizio pubblico occorrono
assunzioni per dare risposte ai cittadini rispetto al servizio e
risorse dedicate al personale sul quale viene scaricato tutto il
peso del funzionamento della macchina della giustizia. Le
promesse non servono più, ora sono necessari investimenti
concreti". Franco Volpi segretario regionale Cisl Funzione
Pubblica Liguria aggiunge "Situazione gravissima per la mancanza
di personale e quello che c'è non viene valorizzato. E' l'unico
Ministero in cui non è stata attivata la contrattazione per la
crescita professionale dei lavoratori. Tra poco andranno in
pensione tante persone che non verranno sostituite adeguatamente
e solo con contratti a tempo determinato" Paolo Badalini,
segretario generale UilPa Genova conclude: "I dipendenti
pubblici erano eroi durante la pandemia, oggi sono eroi
abbandonati. Abbandonati dalla politica che non riconosce il
diritto a rinnovare il contratto, ad applicare quello scaduto e
ignorando il salario accessorio come progressioni economiche,
fondo di sede e passaggi fra le aree e le applicazioni
contrattuali legate al nuovo Ccnl. Con queste condizioni rimane
solo la via della protesta in piazza".
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