"L'Italia è governata da un erede
del Msi e del Governo Tambroni, ci brucia questo, è inutile che
lo nascondiamo, è una sconfitta cocente sulla quale dobbiamo
riflettere, ma riflettere non basta, bisogna reagire". È stato
l'appello di Gad Lerner alla manifestazione organizzata a Genova
da Cgil e Anpi in occasione dell'anniversario dalla rivolta di
piazza del 30 giugno 1960 contro il congresso del partito di
Almirante a Genova, rivolta che che portò a manifestazioni di
piazza in altre città che portarono alla caduta del Governo Dc
di Tambroni che era appoggiato dal Msi. In quei giorni in Italia
ci furono 12 morti.
Circa un migliaio, secondo gli organizzatori, i manifestanti che
hanno sfilato in corteo da piazza della Vittoria a piazza De
Ferrari e che hanno deposto corone in memoria dei partigiani,
dei deportati, di Sandro Pertini e Fulvio Cerofolini.
"Quando nel novembre scorso due esponenti di FdI, Ignazio La
Russa e Isabella Rauti, hanno voluto celebrare l'anniversario
dalla fondazione del Msi il presidente del Consiglio Giorgia
Meloni arrampicandosi sui vetri li giustificò dicendo che il Msi
era un pezzo fondamentale del dopoguerra italiano e avrebbe
traghettato milioni di italiani sconfitti con la Liberazione
nella democrazia. Non è così. - afferma Lerner - Nel dopoguerra
lo squadrismo fascista continuò ad attaccare le Camere del
Lavoro e le sezioni dei partiti, avendo come riferimento i
fascismi in Spagna e Portogallo ed esultando il colpo di Stato
dei colonelli in Grecia".
"Non sono vecchio abbastanza per aver vissuto il 30 giugno del
1960, arrivai a Genova vent'anni dopo, ero in salita Dinegro a
lavorare nella redazione de 'Il Lavoro', - ricorda Lerner - in
quel momento Sandro Pertini era presidente della Repubblica e
Fulvio Cerofolini era sindaco della città". "Facemmo una lunga
ricerca per il ventennale del 1980 perché percepivamo che quella
data aveva segnato una svolta, il 30 giugno 1960 in questa
piazza c'era molta più gente di oggi, nessuno se lo aspettava,
nemmeno chi aveva convocato lo sciopero generale e l'Anpi, c'era
tensione in città, c'erano le camionette della celere di Padova,
ma accanto ai partigiani uomini adulti apparvero dei volti
nuovi, i giovani, quelli che oggi scarseggiano in piazza, che da
allora furono protagonisti di un grande movimento di progresso
sociale nel corso degli anni Sessanta e Settanta, quelli che
daranno vita alle conquiste democratiche e sociali dalle quali
rischiamo di arretrare. É per questa ragione che il 30 giugno è
attuale, all'epoca fu un passaggio di testimone".
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