Con l'arrivo del ministro per le infrastrutture e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini è cominciata la cerimonia in memoria delle 43 vittime del crollo di Ponte Morandi. Presenti tutte le istituzioni civili e militari oltre al prefetto Renato Franceschelli, al viceministro Rixi, alla deputata Cavo, l'arcivescovo di Genova mons. Tasca,il sindaco Bucci e il governatore Toti oltre ad alcuni parenti e familiari delle vittime. Tra gli altri presente una rappresentanza della Sampdoria, con il presidente Lanna. Sulla Radura della memoria le corone di fiori della Presidenza della Repubblica, del Governo e dei parenti delle vittime con la scritta '43. non vi dimentichiamo'. Salvini si è soffermato davanti alla targa che ricorda la tragedia e ha concluso il proprio raccoglimento facendosi il segno dello croce poi ha incontrato alcuni familiari delle vittime. La cerimonia è iniziata con una performance di Jacopo Bellussi, primo ballerino presso il Corpo di Ballo dell'Hamburg Ballet, sulle note di 'Let it be'.
'Don't forget to fly', tributo a vittime crollo
Sono state le emozioni a dominare il concerto per ricordare le 43 vittime del crollo del Ponte Morandi, nel quinto anniversario della tragedia del 14 agosto 2018, che si è tenuto ieri sera l Teatro Carlo Felice di Genova per volontà del Comitato Vittime in collaborazione con il Carlo Felice e il Comune di Genova. Al centro del palco del Teatro Carlo Felice una pedana, un pianoforte, e il maestro Anzovino che ha riproposto il suo ultimo disco "Don't Forget to Fly". Anzovino ha reso così omaggio a chi ha perso la vita in quel drammatico mattino di cinque anni fa: "una carezza - ha detto il musicista - sulle anime delle famiglie spezzate, così come si è spezzato il ponte Morandi". All'evento hanno preso parte oltre al sindaco Marco Bucci e al governatore Toti, autorità civili e il comitato per le vittime del Ponte Morandi. "Un concerto per onorare la memoria di chi ha perso la vita - ha detto Bucci- Una serata per ricordare, nonostante Genova quotidianamente conservi ogni singolo istante di quel giorno. 43 vittime, 43 cicatrici che ci porteremo per sempre addosso e che resteranno impresse nella nostra storia" "A cinque anni dalla terribile mattina del 14 agosto, rispettare la memoria delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi è di fondamentale importanza per Genova e per tutta la Liguria - ha detto Toti - L'arte e la cultura sono strumenti preziosi per condividere il ricordo. Anche in futuro, il 14 agosto e i giorni che lo precedono saranno sempre carichi di pensieri, cordoglio e di vicinanza ai parenti di tutte le persone che hanno perso la vita in quella vera e propria apocalisse che si era abbattuta su Genova". "La musica come ricordo - ha detto Possetti - la condivisione di queste note e della loro magia in questo splendido teatro e gratuitamente, affinché molte persone potessero vivere queste emozioni insieme".
Vescovo Genova, chiamati insieme a dare risposte
"Vivere insieme questo ricordo che ci accomuna, che accomuna tutta la città. Siamo chiamati insieme a cercare di dare delle risposte". Lo ha detto l'arcivescovo di Genova mons. Marco Tasca nell'omelia durante la messa in ricordo delle 43 vittime del Ponte Morandi. "E siamo qui nella preghiera perché vogliamo pregare Dio, il Dio della pace, della fede, della serenità - ha detto Tosca - che davvero ci dia quello che ci è necessario per camminare insieme e, certo, condividere le nostre sofferenze. Per chi crede penso che sia più facile. Questa fede che accomuna tanti di noi è davvero la guida, la bussola che ci fa affrontare le inevitabili difficoltà della vita".
Possetti, processo? Fino all'ultimo non saremo tranquilli
"Fino all'ultimo giorno noi non saremo tranquilli. Il lavoro sta andando avanti bene, con intensità. Speriamo che si arrivi alla fine naturale del processo senza intoppi e in tutti i gradi di giudizio, ma dovremo essere vigili. Il primo grado è una cosa, tutti gli altri sono più complicati. Non mancheremo di essere attivi in ogni grado". Così Egle Possetti, portavoce del Comitato parenti vittime del ponte Morandi, a proposito del processo per il crollo e all'eventuale rischio prescrizione. I giudici e i pm, continua Possetti, "stanno cercando di fare al meglio, tre udienze a settimana. Sono dei tempi molto veloci per portare avanti un processo. È chiaro che noi vorremmo già che fosse finito. Venire in aula ogni volta è sempre più difficile, per noi è veramente complicato stare lì ed è sempre più pesante - ha concluso Possetti -. Andando avanti il dolore si trasforma ma è sempre fortissimo. Noi speriamo che alla fine del prossimo anno ci sia il primo grado di giudizio. Ci speriamo. E come comitato e parti civili faremo di tutto perché il processo vada alla fine naturale".
Fratello vittima, ricordare significa aver capito errore
"Non bisogna dimenticare perché non dimenticare significa aver capito che c'è stato uno sbaglio e garantire che non succeda più una cosa del genere". Lo ha detto Michele Matti Altadonna, fratello di Luigi Matti Altadonna, 34 anni, morto nel crollo di Ponte Morandi.
Bucci, Genova non dimentica e ha saputo reagire
"Genova non vuole dimenticare e farà tutto il possibile perché questa giornata del 14 agosto sia ricordata anno dopo anno negli anni a venire. Quel giorno ha portato a 43 vittime che sono scritte là, ma sono soprattutto scritte nei nostri cuori. Sono scritte le nostre menti, sono scritte nel desiderio che abbiamo tutti noi di poter dire al mondo che è stata una grande ingiustizia e che vogliamo che queste cose non si ripetano più". Lo ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci alla cerimonia di commemorazione delle vittime del crollo di Ponte Morandi. "Genova sente profondamente questo dovere di dimostrare al mondo che queste cose non debbono più accadere - ha detto Bucci -. E questo schiaffo che ha colpito la città ha fatto in modo che tutti noi ci riunissimo attorno a un obiettivo comune, lavorando e tirando su le maniche. Abbiamo dimostrato che è così che bisogna reagire, è così che bisogna fare". "Non vogliamo che queste cose si ripetano più -ha detto Bucci -. Le cose vanno fatte bene, vanno fatte con la tecnologia e i finanziamenti, con cervello e cuore perché bisogna sempre pensare a quello che potrà succedere in futuro. È il dovere che abbiamo non solo come amministrazioni ma come cittadini nei confronti del prossimo. La nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri e non possiamo nemmeno per un secondo correre rischio di infrangere la libertà e figuriamoci la vita delle altre persone. Questo è il messaggio che mi sento in dovere di ricordare ogni 14 agosto e che continuerà a fare anche chi verrà dopo di me, perché questo è il messaggio che Genova vuole lanciare al mondo. La nostra città vuole diventare una grande città internazionale e fare tante cose: ha tanti investimenti da mettere a terra, ma lo vogliamo fare rispettando quello che abbiamo imparato da questa tragedia. Vi siamo vicini -ha concluso Bucci -. E a tutti voi cittadini genovesi dico 'Genova non dimentica e non dimenticherà mai' e saremo sempre qui tutti assieme dimostrando con le opere come è questo Ponte che si deve lavorare per il futuro".
Toti, quel giorno doloroso è iniziato il riscatto
"Nei momenti di quella giornata tragica d'agosto è cominciata quella riscatto, quella collaborazione, quella capacità che poi ha fatto della ricostruzione del ponte che avete davanti un modello per l'Italia. Oggi siamo qua per ricordare le persone che non ci sono più, ma siamo qua anche per chiederci che cosa possiamo e dobbiamo fare per onorare quelle vittime senza colpa. Noi che siamo qui sopravvissuti senza merito perché chiunque poteva passare su quel Ponte quel giorno? E credo che ci siano due parole: una è giustizia e una è coraggio". Lo ha detto il governatore Giovanni Toti durante la cerimonia di commemorazione delle vittime di ponte Morandi. "Il coraggio che ci hanno dimostrato i familiari delle vittime che hanno saputo affrontare questi cinque anni senza un loro caro scomparso - ha detto Toti -. Senza una ragione, senza un perché. La giustizia è quella che aspettiamo dal tribunale. Voglio ringraziare anche il lavoro dei magistrati della procura del tribunale di Genova, impegnati in un lavoro complesso che non deve portare a vendetta, ma a verità e giustizia che è quella che si pronuncia nelle aule dei tribunali - ha sottolineato Toti -. È chiaro che cose che abbiamo letto tutti di quel processo fanno accapponare la pelle, però occorre avere fiducia nel lavoro dei magistrati, certi che sapremo la verità. Chi ha avuto una perdita così profonda avrà giustizia. La parte che spetta a chi ricopre una carica istituzionale pro tempore è quella di far sì che non accada più un altro ponte Morandi. Molto è stato fatto in questi anni e molto resta ancora da fare. Cosa vuol dire solo manutenere? Lo ha detto bene oggi il Presidente Mattarella, significa 'avere cura di quel complesso gigantesco di opere che i nostri nonni e i nostri genitori ci hanno affidato nel dopoguerra'. Vuol dire anche migliorarle e costruirle di nuovo. Questo è il compito della politica. Questo significa avere il coraggio di scelte che spero che quel che è successo possa ispirare a tutti perché quella tragedia come quel riscatto, quella ricostruzione, il lavoro da fare non hanno colori né simboli. Sono un patrimonio di questo Paese a cui Genova e la Liguria hanno pagato un tributo dolorosissimo"
Salvini, piangiamo vittime non sfortuna ma dell'avidità
"Noi piangiamo 43 vittime non della sfortuna, non del caso o del cambiamento climatico, ma della avidità dell'uomo e spero che qualcuno paghi il conto". Così il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini nel suo discorso per la cerimonia di commemorazione del crollo del ponte Morandi. "Questo ponte è rinascita, ha dimostrato unità ed efficienza. Conto di tornare l'anno prossimo con un disegno legge che equipari i cittadini vittime dell'incuria alle vittime del terrorismo. Ci sono stati miliardi di profitto, da investire in manutenzione ma non è stato fatto. Non anticipo sentenze, ma voglio tornare l'anno prossimo - ha concluso Salvini - con disegno legge che equipara queste vittime a quelle terrorismo".
Sirene e campane, conclusa cerimonia in ricordo vittime
Un minuto di silenzio, nella Radura della Memoria, accompagnato dal suono delle sirene delle navi in porto e dai rintocchi delle campane delle chiese di tutta Genova ha segnato la conclusione della cerimonia in ricordo delle 43 vittime del Ponte Morandi. Sullo schermo sono comparsi i nomi delle 43 vittime con l'accompagnamento musicale. Infine Jacopo Bellussi è tornato a ballare su musica di Rachmaninov.
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