"Nelle dichiarazioni spontanee
rese in aula Giovanni Castellucci ha stravolto il senso della
nostra consulenza che è stata citata a pezzi e fuori contesto,
tacendo quei passaggi che ne chiarivano il senso di profonda
critica all'operato di Aspi e Spea .Un abile copia-incolla che
ricorda d'altronde i tanti copia-incolla che si sono avuti nel
corso della storia del Ponte Morandi, come il processo ha
rivelato". Lo afferma l'avvocato Raffaele Caruso, che assiste il
comitato Ricordo Vittime ponte Morandi e la famiglia Possetti.
In aula Castellucci ha utilizzato alcuni stralci della
consulenza tecnica di parte civile, scritta dall'ingegnere Paolo
Rugarli, per supportare la sua tesi sull'impossibilità di
prevedere la tragedia. Uno dei riferimenti fatti da Castellucci
riguarda il Cesi (la società esterna a cui nel 2015 Aspi affidò
una verifica sui controlli di Spea). Castellucci ha sottolineato
come Rugarli parli di un organismo "in teoria indipendente",
mentre il consulente nella relazione critica fortemente il
lavoro fatto da Cesi rispetto in particolare alle prove
riflettometriche scrivendo che il Cesi non aveva fatto "nessun
tentativo di elaborazione della informazione, di comprensione
del significato più profondo e delle possibili limitazioni". Lo
stesso vale per i riferimento di Rugarli al noto articolo del
1993 del professor Martinez y Cabrera, che aveva scritto che la
pila 9 del ponte Morandi sarebbe stata da rivedere solo nel
2030. "Rugarli spiega che la figura di Martinez y Cabrera era
talmente nota e considerata incontestabile che può aver fatto
abbassare il livello di guardia nonostante quell'affermazione
non avesse alcuna base tecnica - spiega Caruso - ma Rugarli dice
soprattutto che questo abbassamento del livello di guardia non è
accettabile per chi ha quale suo compito la sorveglianza di un
manufatto tanto più così delicato come il Ponte Morandi".
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