Non è stata ancora fissata
l'autopsia per l'algerino di 43 anni che ieri si è tolto la vita
all'interno di una camera dei fermati nella questura di Milano
ma non ci sarebbero dubbi sulla dinamica. Le telecamere
installate nella stanza hanno filmato l'intera scena, l'uomo ha
fatto tutto da solo, ricavando un cappio di fortuna dalla
propria maglia. L'ha legata a una delle sbarre della porta
finestra e si è accasciato, quasi sedendosi sul pavimento.
Sconosciuti i motivi del gesto.
L'algerino era stato fermato ieri mattina assieme a un
marocchino di 23 anni per un furto su auto tra via Felice Casati
e via Panfilo Castaldi, nel quartiere Porta Venezia. Aveva
precedenti per spaccio e reati contro il patrimonio, aveva
collezionato arresti in diverse città italiane.
Il caso è seguito dalla Squadra mobile diretta da Marco Calì,
mentre il fascicolo è affidato al pm Paola Pirotta che
probabilmente domani deciderà sull'esame autoptico. Intanto il
magistrato ha visionato tutte le immagini del sistema di
sorveglianza. La procura non ha diffuso il nome del
nordafricano: negli anni ha fornito 11 identità diverse e si
attende un confronto con l'ambasciata del suo Paese per
accertare le sue vere generalità.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA