La Procura generale di Milano, non
condividendo l'impostazione della Procura che aveva presentato
appello per sostenere il riconoscimento dell'omicidio
volontario, ha chiesto la conferma della condanna a 4 anni per
omicidio stradale per Fabio Manduca, l'ultrà napoletano
arrestato nel 2019 per aver travolto e ucciso con il proprio suv
il tifoso del Varese Daniele Belardinelli, morto negli scontri
del 26 dicembre 2018, in via Novara, poco lontano dallo stadio
di San Siro, prima della partita tra Inter e Napoli.
In primo grado i pm Stagnaro e Bordieri avevano chiesto una
condanna a 16 anni per omicidio volontario col "dolo eventuale",
ossia con l'accettazione del rischio del verificarsi
dell'evento, ma il gup Carlo Ottone De Marchi il 30 novembre
2020 ha condannato in abbreviato Manduca (arrestato nell'ottobre
2019) per omicidio stradale. Per il giudice, infatti, l'ultrà,
difeso dal legale Eugenio Briatico, pur avendo messo in atto
"una guida pericolosa" violando "fondamentali regole di cautela"
e causando per "colpa" il "grave investimento nel quale ha perso
la vita" Belardinelli, non aveva una "volontà dolosa" di
uccidere.
Il sostituto pg Nicola Balice, davanti alla Corte d'Assise
d'appello di Milano, ha spiegato che quella di primo grado è una
"sentenza equilibrata" rispetto agli elementi emersi dalle
indagini e che la ricostruzione alternativa dell'omicidio
volontario è solo "ipotetica". Contro la sentenza del gup hanno
presentato appello anche i familiari di Belardinelli (presenti
in aula) coi legali Fabio Bossi e Gianmarco Beraldo.
Lo scorso gennaio a Manduca, che era finito anche in carcere,
erano stati revocati i domiciliari e per lui era stato disposto
l'obbligo di dimora.
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