KEN SCOTT (Rizzoli, 384 pag., 100
euro)
I suoi motivi a fiori grandi, ripetuti e dai colori accesi,
con girasoli, peonie, rose, papaveri e ogni tipo di fantasia
floreale, lo hanno reso celebre in tutto il mondo. Oggi l'arte e
la creatività di Ken Scott sono racchiusi in un volume
fotografico, edito da Rizzoli Illustrati per Mondadori Electa,
che è la prima monografia esaustiva sullo stilista, nata in
collaborazione con la Fondazione Ken Scott, e con il supporto di
Mantero Seta e di Gucci.
Precursore dell'unisex e delle sfilate happening, Scott ha
vestito con i suoi abiti l'aristocrazia e i jet set
internazionali, da Jacqueline Kennedy a Marisa Berenson e Monica
Vitti. Personaggio eclettico, pittore scoperto da Peggy
Guggenheim, creatore di tessuti, designer, il 'giardiniere della
moda' ha portato nell'abbigliamento la sua passione per l'arte,
per i fiori, per il colore.
Nato a Fort Wayne, in Indiana, nel 1918, dopo gli studi a New
York, dal 1946 si è trasferito in Europa, prima a Parigi e in
Costa Azzurra per poi approdare in modo definitivo a Milano nel
1955. È proprio nella Milano del boom economico che fonda il
marchio Falconetto e rivoluziona il mondo dei tessuti e l'uso
delle stampe.
Recentemente l'archivio Ken Scott, ora custodito presso
Mantero Seta, è stato riportato sotto i riflettori attraverso la
collaborazione con Gucci per la collezione Epilogue di
Alessandro Michele, intervistato anche nel libro, che presenta
oltre 600 immagini d'archivio. La Fondazione Ken Scott è stata
creata nel 1988 da Ken Scott stesso e dal 2020 l'archivio si
trova presso l'azienda tessile Mantero Seta che, dal 2019, è
titolare del marchio e licenziataria del suo patrimonio
artistico. Qui sono raccolti oltre 8000 disegni originali oltre
500 quadri ed elementi in cornice, e più di 1000 capi
d'abbigliamento.
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