"Gianni Brera ha conservato per
tutta la vita un rapporto profondo con il Pavese, in cui è nato
e cresciuto, e anche con l'Università di Pavia, dove si è
laureato in Scienze Politiche". La docente Renata Crotti,
presidente del Comitato Brera100, ha sottolineato lo stretto
legame di Gianni Brera con la sua terra d'origine, a partire da
San Zenone al Po (Pavia), il paese dove è nato, in apertura
dell'incontro svoltosi nel Salone Teresiano della Biblioteca
Universitaria nel trentennale della morte del grande scrittore e
giornalista.
Una giornata di ricordi e commemorazioni iniziata a tavola,
il luogo preferito da Brera per incontrare gli amici più cari,
proprio a San Zenone, dove si è svolta la tradizionale "Pacciada
breriana", tornata dopo tre anni di assenza causa pandemia.
Nel pomeriggio è poi seguito l'evento in Università, sul tema
"Brera immortale, idee a confronto". Angelo Stella, docente
dell'Ateneo pavese e grande amico di Brera ha sottolineato "il
suo amore per i 'principi della zolla', i campioni che
arrivavano dalla terra e da vite di sacrificio e impegno".
Claudio Rinaldi, direttore della "Gazzetta di Parma", uno dei
biografi di Brera, ha parlato della prossima uscita di un libro
che raccoglierà gli articoli dal giornalista per "La Repubblica"
ed "Epoca" in occasione del mondiale vinto dall'Italia di Spagna
nel 1982. Andrea Maietti, un altro "narratore breriano", ha
raccontato la sua amicizia personale con Brera nata, manco a
dirlo, a tavola. Nicola Roggero, di Sky Sport, ha elogiato "la
straordinaria capacità di Brera di raccontare l'atletica
leggera". Una dote che gli è stata riconosciuta anche da Eddy
Ottoz, bronzo alle Olimpiadi di Messico 1968 e due volte
campione europeo nei 110 ostacoli: "Brera aveva una conoscenza
precisa della geometria del gesto atletico e dell'influenza del
carattere di un atleta sulle sue prestazioni".
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